Il primo documento che attesta un'emigrazione è un atto di nascita del 1871: a dichiarare la nascita di Aquilina Libonati non è il padre, come di solito avveniva, bensì l'ostetrica. Il motivo è scritto nello stesso documento: "essendo il padre Luigi residente in America". Di casi analoghi ne abbiamo contati centoventotto, ma non è escluso che la dichiarazione "padre assente dal paese" indicasse in taluni casi una residenza all'estero.
Gli archivi dello stato civile sono una sintesi estrema di quanto accadeva in quegli anni, tuttavia, a volte, dalla concisione del testo riusciamo a cogliere il senso di profonda malinconia che un evento lieto come la nascita di un bambino poteva procurare. In un atto di nascita di una bambina vi è l'annotazione che il padre era deceduto sul piroscafo che lo portava a Rio della Plata, in un altro nei giorni prossimi al Natale, il neonato non venne presentato all'ufficiale di stato civile come la legge prevedeva, perché nevica e la dichiarazione non fu fatta da un genitore perché la madre era a letto e il padre "nelle Americhe".
L'indicazione generica del continente e la forma al plurale rivelano la scarsa conoscenza che a quel tempo si aveva dei luoghi di destinazione, sia per coloro che partivano che per quelli che restavano.
A questo proposito ci viene alla mente un acquisto davvero curioso che il consiglio comunale di San Marco aveva deliberato alcuni decenni prima, quasi presagendo una possibile presenza di nostri concittadini in quelle lontane terre. Nel 1856, infatti, sotto il governo borbonico "..Sua Maestà [re Ferdinando si era] degnata comandare che fosse acquistata..." l'opera di un tal capitano Rodriguez dal titolo "Guida generale per la navigazione dal Rio della Plata al Perù". Poichè in altra parte di questa ricerca abbiamo ironizzato sull'opportunità di un simile acquisto da parte di un comune dell'entroterra calabrese attribuendolo all'eterno favoritismo, ora riflettendo sul fatto che migliaia di europei sbarcarono qualche decennio dopo sulle coste del sud America e in particolare nell'area sud occidentale, fornendo la manodopera necessaria alla coltivazione nelle numerose "fazendas" che si trovavano all'interno di quel vastissimo territorio, l'acquisto di quel volume e di un altro tre anni dopo, nel 1859, ci induce a pensare che fin da allora iniziava a manifestarsi l'interesse verso le ex colonie spagnole e portoghesi, che si sarebbe concretizzato circa dieci anni dopo con l'emigrazione sotto il governo italiano.

Ritornando alle registrazioni che contengono annotazioni di emigrazione, in una trascrizione di morte avvenuta il 20 maggio 1872 a bordo del brigantino "D'Amico" del compartimento marittimo di Castellammare di Stabia, in rotta da Cette per New York con un carico vini, leggiamo che morì "il passeggiero Francesco Miciele fu Vincenzo, coniugato e nativo di San Marco provincia Cosenza ... in conseguenza di commozione celebrale da lui sofferta per caduta da letto ... Dopo 24 ore il cadavere fu fatto mettere a mare".
In una trascrizione degli anni Ottanta, quando oltre ai mariti cominciano ad emigrare anche le mogli, leggiamo che una nascita avvenne sulla nave partita da Napoli e diretta in Francia. La minuziosa relazione del comandante che oltre al nome della madre e al suo domicilio, riporta il proprio nome, quello di un altro ufficiale di bordo e dell'ufficiale medico, dei testimoni, il nome della nave, l'ora di navigazione, le coordinate geografiche, è la testimonianza viva delle vicissitudini che frequentemente accompagnavano le emigranti di allora.
Negli anni Ottanta varie famiglie si erano trasferite all'estero, soprattutto in Brasile, e dalle parrocchie di quello stato arrivavano al comune di San Marco Argentano i certificati di battesimo perché le nascite fossero trascritte sui registri del comune di origine. In quelle trascrizioni sono fedelmente riportati i nomi storpiati dei genitori e dei testimoni; talvolta al posto del giorno era scritta la ricorrenza religiosa. I cognomi dei padrini, sempre italiani, ci dicono quali profondi legami si stabilivano tra gli emigrati, legami che spesso si consolidavano con matrimoni sacramentali celebrati nelle parrocchie di appartenenza.
Fu la diversa giurisprudenza tra Italia e Brasile in materia di rapporti tra Stato e Chiesa fonte di amarezza per due coniugi che, al ritorno in patria, scoprirono che il loro matrimonio non era valido in Italia, con la conseguenza che il figlio che la madre portava in grembo, nato a San Marco, fu registrato come figlio di madre ignota!
I genitori dovettero contrarre il matrimonio civile a pochi giorni dalla nascita e per dare continuità legale alla loro unione e un legittimo fratello agli altri figli nati in Brasile riconobbero formalmente come proprio quel figlio nato prima del matrimonio.

Alcune notizie (ma anche fotografie e libri) ci sono state fornite dai discendenti di nostri concittadini emigrati e anche da tanti disinteressati estimatori di questo lavoro. A tutti coloro che in qualunque modo hanno contribuito alla realizzazione di questa ed altre pagine rivolgiamo un sentito ringraziamento e un affettuoso saluto, con l'augurio che possano un giorno conoscere il paese dei loro antenati e ricevere calorosa accoglienza.

 

 

Annotazioni riguardanti l'emigrazione nel Comune di San Marco Argentano nell'Ottocento (secolo diciannovesimo)