Il cognome Cristofaro è strettamente legato alla storia di San Marco. Già
nella Platea delle Clarisse relativa agli introiti e alle spese del monastero nell'anno
1663 compaiono una
Isabella Cristofala e un
sir Annibale Xristofaro (sic) con casicella alla Portavecchia
(Santo Marco). Salvatore Cristofaro appartenente al primo ceppo sopra rappresentato
fu l'autore della
Cronistoria. Una
lapide sulla facciata della casa in cui nacque ne ricorda i meriti.
In vari atti deliberativi è citato un altro membro di questo ceppo, l'avvocato
Eduardo Cristofaro che giovanissimo svolse l'attività di notaio.
Una lapide nell'atrio della chiesa della Riforma ricorda, infine, Giuseppe Cristofaro
medico.
Don Carlo Cristofaro compare tra gli
imputati di insurrezione
nel processo per i moti del 1848 e in una deliberazione della giunta municipale
per un
intervento urbanistico in prossimità
del suo palazzo, oggi Hotel "
Don Carlo".
Un
efferato delitto, di cui fu vittima uno
stretto congiunto, Francesco Cristofaro di Antonio, fu commesso nel 1848 da don
Gaetano figlio di Domenico e Pasqualina Campanile. Gli atti del processo sono conservati
nell'Archivio di Stato di Cosenza.
Esiste un secondo ceppo presente dal 1810 a San Marco Argentano e che riteniamo
originario di Cervicati (l'ipotesi si basa sulla presenza di elementi comuni con
un altro nucleo). Esso ha come capostipiti Gaetano e Loffredo Arcangela.
In entrambi i ceppi il cognome originario era scritto nella forma Cristofalo (così
si firmava Domenico marito di Pasqualina Campanile).
Il cognome compare in più di cento atti del consiglio e riguarda entrambi
i ceppi.
Altri ceppi qui rappresentati sono originari di Cervicati e di Fagnano.
Un Raffaele Cristofaro di 29 anni compare nei registri di sbarco dell'anno 1907
ad
Ellis Island negli USA.
Potrebbe trattarsi di Raffaele figlio di Pasquale e Rosa Lombardo (ceppo 2) oppure
di Angelo Raffaele figlio di Gennaro e Salerno Filomena (ceppo 4). [
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