LE FIERE NELL'OTTOCENTO
dal libro " Sul convento dei frati minori " di Adolfo La Valle,
Nicastro, 1906
- - Il piazzale della Riforma si estende innanzi la facciata della Chiesa e del Convento,
a guisa di triangolo aperto.
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È chiuso, a mezzogiorno, da piccolo quartiere che chiamano le
Casette. Questo quartiere, anticamente non solo piccolo, ma anche
lurido, era un'accozzaglia di casucce basse e meschine, fatte con intreccio di fruste
e pali, con ammasso di creta e paglia, con tettoie di forche, cannicci e tegoli.
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Vi abitava una gente poverissima, avventizia, raccogliticcia, la quale ogni anno,
dalle riviere di ponente si riversava nel fertile agro di San Marco, e qui stanziava
definitivamente, prima che si fosse aperto l'adito facile e disastroso all'
emigrazioni in America.
Erano braccianti, bifolchi, manovali, cenciaioli, rivenduglioli, crivellari, impagliatori,
funaioli, vasellai, arrotini[1]:
dimoravano su le prime, in detto quartiere, all'ombra del Convento, per averne protezione,
elemosine, lavoro, collocamento presso agiate famiglie: ricevevano dai frati pane,
minestra e soccorsi d'ogni maniera, come tanti altri poveri randagi che venivano
stanchi da lontano e che, all'ora di mezzogiorno, si raccoglievano a sfamarsi con
la carità de' Francescani nel gran piazzale davanti alla porta maggiore del
Convento, che dicevano La porta di Bàttola.
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...
- In questo piazzale, ritenuto quasi luogo sacro da' nostri buoni antenati, e lungo
la strada che vi conduce da piazza della Torre, si facevano anticamente, come pure
a' di nostri, due[2] fiere annue;
quella del Crocifisso in Marzo, nel secondo venerdì, e quella di Sant'Antonio
di Padova, in Giugno: tempi allora di solenni festività nella Chiesa de'
Riformati.
Erano quelle fiere affollatissime di negozianti, di compratori, di curiosi, accorsi
da paesi vicini e da paesi lontani, fuori Provincia. Vi si trovava un po' di tutto,
a prezzi discreti.
Qua baracche di legno con varie derrate, là una fila graziosa di piccole
tende da' vivi colori, piene di stoffe, di telerie, di spezie: qui banchi stracarichi
di ninnoli e gingilli; poi altri banchi più larghi, sparsi di cuoiami e di
suola; più lontano, grossi e piccoli tinelli di pesci salati, mucchi di piccole
forme di cacio, sporte e cestini di frutta, enormi fasci di verdure; in parte remota
grugnanti morre di suini; branchi di agnelli, di pecore e di caprette belanti; lassù,
vasellami di latta, di argilla, di porcellana; altrove, ferramenti d'ogni specie;
in luogo più pulito e sicuro, bacheche e vetrine di orefici, le quali scintillavano
di un fulgore suggestivo e abbagliante a' soli di marzo e di giugno.
Era da per tutto un vociferio allegro, un frastuono diffuso, un'attività
febbrile; una marea di popolo che andava, veniva, si urtava, si pigiava, s'incalzava
ridendo, urlando, gesticolando.
E tutti facevano buoni affari, onestamente. Di rado, e questo era spesso perpetrato,
non senza comicità e sottile arguzia, dagli Zingari[3];
gente nomade, come i figli del deserto, refrattaria alla civiltà, separata
presso a poco dall'umano consorzio; sudicia, massima le donne, sospettosa, umile
in apparenza, astuta, la quale veniva da Cassano Ionico e da paesi lontani; veniva
per la industria equina, onde vive; e ogni Zingaro, capo di famiglia menava seco
i suoi muletti, i suoi asini, la moglie, i figliuoli, portando piccoli utensili
di ferro, martelli, piccole incudini, tanaglie, manticetti di pelle caprina e stracci:
stavano allo aperto, o sotto misere tende su la paglia, o in povere stalle, mescolandosi
fra loro alla rinfusa, uomini, donne, animali. E sapevano gli umili Zingari egregiamente
ingannare ne' nomi venerandi della Madonna e dei Santi!
[1] Vedi anche
mestieri e professioni a San Marco nell'Ottocento
[2] Dal 1809 al 1823 anche la fiera della Conicella, successivamente spostata al piano
della Matina
[3] La presenza di famiglie rom
a San Marco è documentata in alcuni atti di nascita e di morte. Nel 1845
morì in località Casette [della Riforma] il piccolo Nicola Moretto,
di anni cinque, nato a Cassano Ionio da Rosario e da Maria Michela Abruzzese; nel
1855 furono registrate le nascite, in contrada Vinelle
[sotto la Giudeca], di due gemelle, Caterina ed Eleonora Madia, figlie di
Antonio e di Maria Minzotera; nel 1858 in contrada Riforma morì una " zincara
qui di passaggio", Angela Passalacqua, di anni 50, nata a Casalenuovo
e domiciliata col marito Antonio Bellincieri a Cassano; nel 1876 nacque Antonio
Abruzzese, figlio di Francesco e di Caterina Minzotera, e nel 1888 Francesco Marino
Manzo, figlio di Nicola, di Cassano Ionio, e di Eugenia Bevilacqua.
a cura di Paolo Chiaselotti
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