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Con il cognome Pugliese troviamo agli inizi dell'Ottocento solo donne: il dato anagrafico più antico risale al 1814 e precisamente all'atto di morte di una tal Ferrante Caterina di anni 75, vedova di Guaglianone Giuseppe e figlia di Antonio Ferrante e di Pugliese Teresa. Il nome Teresa ricorre in altri ceppi atti: una Pugliese Maria Teresa morta nel 1789 moglie di un Patitucci Nicola, un'altra sposa di un tal Clemente Postorivo di Roggiano e infine una terza nata a Cetraro che sposò Porto Francesco Antonio.
I due ceppi qui rappresentati provengono l'uno da Cetraro, l'altro da Cervicati.
Antonio, del primo ceppo, abitava alla via Occidentale, oggi Mirabello, ed era vetturale; la gran parte dei discendenti maschi continueranno a svolgere questa attività che assicurava un tenore di vita più dignitoso e indipendente rispetto al lavoro salariato e al bracciantato rurale svolti dai primi arrivati.
Sull'atto di morte del padre, Fedele Pugliese, deceduto nel 1865 in contrada Sant'Antonio Abate, leggiamo che aveva settant'anni, era anch'egli vaticale e figlio di Giuseppe e di Maria Teresa Andriolo.
Achille Pugliese, del secondo ceppo, in una delibera di consiglio risulta proprietario di casa in piazza di basso, a due piani, idonea per alloggiarvi il corpo della guardia civica. Il suo nome compare anche tra gli imputati nel processo per insurrezione contro il governo borbonico durante i moti del 1848.