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Sutt'a lingua : Curiosità e approfondimenti.
MANGIA A MAMMA. Non posso fare a meno di anteporre la mia grande meraviglia per un universo linguistico che rifugge da ogni regola grammaticale nel presentare una naturale relazione affettiva. Nei ricordi della mia prima formazione linguistica legata al dialetto triestino non c'è ombra di una costruzione grammaticale in cui l'azione del soggetto possa essere trasferita al complemento senza mutare il significato. Voglio essere più chiaro: la frase che compone il titolo è l'invito a mangiare rivolto dalla madre al figlio. Se dovessimo esprimerla in italiano dovremmo dire: mangia, per l'amore di mamma, che non è proprio l'equivalente dell'espressione dialettale. Per evitare che quella A sia interpretabile come articolo femminile c'è un lievissimo stacco vocale che impedisce di unire la A alle due parole. In altri dialetti meridionali (nel nostro solo in rari casi) la A viene addirittura omessa. Non lo sapevo, ma ho letto in rete che questa particolare forma lessicale ha una sua specifica definizione linguistica, allocuzione inversa, e che essa non riguarda soltanto le nostre regioni meridionali, ma anche altre lingue, inclusi alcuni dialetti africani. Qui, però, non voglio trasferire spiegazioni e approfondimenti linguistici dei quali non ho alcuna competenza, ma semplicemente fare delle osservazioni che mi aiutino a comprendere e a condividere curiosità legate alle nostre consuetudini espressive. Di solito tali espressioni affettive sono legate ad un invito e, quindi, contengono sempre il modo verbale imperativo (mangia, dorma, sputa, torna ecc.). La persona che rivolge l'invito (mamma, papà, nonna ecc.) è scritta alla fine ed è preceduta dalla preposizione A. Anche alcune espressioni colloquiali in italiano si avvicinano a questa particolare costruzione grammaticale, ad esempio la frase non farlo dispiacere a papà, che un padre potrebbe rivolgere al figlio, si accosta a quella dialettale 'un fa' dispiaci a papà, e ci offre l'opportunità di comprendere meglio i rispettivi costrutti grammaticali. L'uso, però, dell'allocuzione inversa non si limita al solo modo verbale imperativo, ma la troviamo anche in altri modi e tempi verbali che lasciano ancor più perplessi, come ad esempio: Si' spriutu, a mamma, che significa sei sciupato, a mamma, oppure 'un ci si' jiutu alla scola, a mamma?, letteralmente non sei andato a scuola a mamma? Insomma quel complemento di termine a mamma che ci sta a fare nel contesto di una frase che riguarda esclusivamente il figlio ed esula da ogni rapporto tra madre e figlio? Si potrebbe pensare che all'origine vi possa essere la preposizione pro, col significato per mamma tua, per il bene di mamma tua, a favore di mamma, ma a me sembra che nessuna delle espressioni esaminate abbia un tono supplichevole o di auto commiserazione. La risposta, credo, che vada ricercata proprio nell'assenza di un rapporto esplicito tra madre e figlio nella circostanza a cui si riferisce la frase. Lo stretto legame esistente tra madre e figlio rimane tale in ogni circostanza, nel senso che qualunque sia la condizione o l'azione riguardante il figlio, essa vede partecipe anche la madre, in un rapporto simbiotico. Per tale motivo la definizione di allocuzione inversa mi appare impropria o, almeno, poco appropriata, mentre ritengo che dovremmo chiederci in quali contesti sociali essa sia stata utilizzata e sia ancora utilizzata, considerando soprattutto le funzioni genitoriali di tipo affettivo-educativo che sono alla base del rapporto genitore-figlio. Ho ridotto il discorso alla sola figura materna, ma in altri dialetti, o in particolari contesti familiari o socio-affettivi, al posto della madre ci sono altre figure di riferimento, dal padre a parenti o persone con legami particolari, come il compare o il tutore. Tuttavia il riferimento a tali figure ricorre in ambiti affettivo-relazionali più ridotti rispetto alla figura materna, che al contrario spazia entro situazioni di ogni genere proprio in virtù della sua precipua funzione genitoriale. Ecco alcuni esempi di espressioni in cui si possono verificare le considerazioni sopra esposte. Cumu ti sianti a mamma? San Marco Argentano, 26 novembre 2024 Paolo Chiaselotti |
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