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Pagina del sito "L'Ottocento dietro l'angolo" di Paolo Chiaselotti
http://www.sanmarcoargentano.it/ottocento/index.htm |
Nota introduttiva - La cosiddetta Platea del Monastero di Santa Chiara di
San Marco Argentano, conservata nell'Archivio di Stato di Cosenza, si compone di
73 pagine. Le prime dodici, alcune delle quali in cattivo stato di conservazione,
contengono l'elenco dei pesi e degli obblighi del Monastero, le entrate e i nomi
dei debitori, l'elenco dei beni stabili, censi, lasciti e proprietà di origine
patrimoniale e dotale, l'elenco dei debitori forestieri.
Nel corpo principale della Platea (pagg. 13-54 qui trascritte) sono specificati beni, censi e loro provenienza. Infine vi è l'elenco nominativo delle Monache con le loro doti riportato sinteticamente in appendice alla presente trascrizione. |
REGISTRUM SIVE PLATEA
Cum annotationibus et declarationibus D. Andreacis REGISTRO O PLATEA DELLE ENTRATE E DEI BENI DEL MONASTERO DELLE REVERENDE SCALZE DI SANTA CHIARA VERGINE DELLA CITTÀ DI SAN MARCO Con annotazioni e dichiarazioni di Don Andreace Ardoino Fondatore e Confessore dello stesso Monastero a futura memoria e conoscenza. 1632 |
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PLATEA PATRIMONI HUIUSMODI MONASTERI |
PLATEA DEL PATRIMONIO DI QUESTO MONASTERO |
Questa possessione è stata lasciata dal quondam M. […] Cola Giovanni
Gonzaga Arcidiacono della Città di S.Marco come appare per il suo …ritto
nel libro dell'istrumenti di questo Monastero f°6. In detto […] daverla lasciata
alla cappella novamente facienda dentro la chiesa di S.Giovanni per juspatronato
di suo herede (dove al presente è fundata la Cappella di S.Carlo juspatronato
di me Don Andriaci Ardoino) con peso di alcune messe. E perché per detto
suo herede che fu il quondam M.co S.r Fabrizio Gonzaga suo […] fu col consenso
di Mons. Ill.mo Vincenzo Cansacco annullata detta volontá come appare per
istrumento pubblico sotto il di 20 di maggio 1611 fo.22 detta cappella non hebbe
effetto, ma fu trasportato detto peso una con l'altre messe che si celebrano all'altare
di S.Michele Arcangelo di detti Signori Gonzaga al Monastero predetto dove al presente
si celebrano per il cappellano di detta Cappella di S. Michele Arcangelo per ordine
fatto in visita da quondam Mons. Indelli.
* Fu ridotto il valore delle monete di minor spessore e di maggior circolazione
(dette comunemente zannette) considerando che esse si assottigliavano con l'uso
(ricerca su Internet alle voci: monete zannette)
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Item tenet et possidet quandam possessionem arboratam sicomor[um] et olivarum cu[m] aqua surgente intus dictam possessionem in territorio eiusdem Civitatis loco dicto sotto Sant'Antuoni; finis est ab uno latere possessio quæ fuit D. Jaccini de Santo, ab alio latere menia sive muraglia Civ[ita]tis a parte inferiori il Vallone detto di Macchione, non adest via ex quacumque parte, sed solum introitum in ea per turrim seu torretta[m] Civitis in ip[s]o loco de S.ti Antuoni |
Inoltre, è usufruttuario e proprietario di una proprietà alberata con sicomori e olive, con acqua sorgiva nella stessa, in territorio della stessa Città in località Sant'Antuono. Confina da un lato con ex proprietà di Don Iaccino di Santo, dall'altro con mura o muraglie della Città e con il cosiddetto Vallone di Macchione nella parte inferiore. Non c'é alcuna via intorno, ma solo un accesso attraverso la torre o torretta della Città nella stessa contrada di Sant'Antuono |
Item tenet et possidet quandam possessionem arboratam olivarum cu[m] et ficuu[m] et alior[um] in territorio eiusdem Civitatis in loco dicto le Pellara; Confinis est ab uno latere possessio D[omi]nor[um] de Ritijs, ab alio latere possessio R[everend]i Primicerij Francis[ci] Bellatoris et alij via pubblica. Intus dictam possessionem adsunt reliquie sive ruine ecclesiaæ S[anct]i Martini |
Inoltre, è usufruttuario e proprietario di una proprietà alberata con olive, fichi e altri frutti nel territorio della stessa Città in località Pellara, confinante da un lato con proprietà dei Signori de Rita, dall'altro con proprietà del Reverendo primicerio Francesco Bellatore e i restanti lati con pubblica via. In detta proprietà vi sono i resti o ruderi della chiesa di San Martino |
Questa possessione è stata lasciata alla Venerabile Congregazione di detto
Monastero dal quondam Antonio Sasso di detta Città con peso di una messa
al mese come si vede nel suo testamento rogato per man di notaro Iacovo Antonio
Caprino fo. 2. La volontà del qual testatore fu che volendo detta possessione
Sciabino suo figlio adottivo[,] che essa Congregazione sia tenuta donarlela per
carlini dodeci l'anno, così come per molti anni li fu donata per detto prezzo.
Di poi insorsero Gio:Andrea e Filippo Mangoni, e pretendendo haver ragioni sopra
di essa possessione di fatto si ci posero in possesso. Il che visto dalla Congregazione[,]
havuto ricorso alla Corte di detta Città et intese le parti ne furono decreto
medianti spogliati (ne furono spogliati mediante decreto) essi li
Mangoni et investitane essa Congregazione al pristino possesso. Fratanto esso Sciabino
per paura che avea delli detti Mangoni renuntiò alla Congregazione il jus
che havea secondo il legato del testatore onde la Congregazione l'affittò
per ducati quattro l'anno a Iacovo S.Sosti per tre anni, ed essendo morti fratanto
detto Gio:Andrea e Filippo insorse di nuovo detto Sciabino e fatto convenire il
rettore di detta Congregazione avanti Monsignor Ill.mo Aurelio Novarino Arcivescovo
di Ragusa, e Vescovo di S.Marco furno di parere che si tornasse detta possessione
al detto Sciabino la vita sua duranti per carlini dodeci, come in effetto se li
tornò e ne paga detta ragione; ma dopo la morte sua il Monastero ne percepe
la ragione di ducati quattro l'anno e piú che di tanto valore si trova la
detta possessione.
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Item tenet et possidet quandam possessionem arboratam cum vitis et alijs arboribus in territorio Terræ Malveti et prop[ri]e in loco dicto lo Lacco. Confinis est ab uno latere possessio Fran[cis]ci Corigliani Clerici Jo: Dom[eni]ci Morani et via convicinalis cum aqua sorgente |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di una proprietà alberata con viti e altre piante in territorio di Malvito e propriamente in località Lacco confinante con Francesco Corigliano chierico Gio.Domenico Morano e via convicinale con acqua sorgiva |
Questa possessione fu lasciata dal quondam Francesco di Bona della terra di Malvito
il quale si morse (morí) in questa Città di S. Marco,
e rese il spirito al Signore nelle mani di Don Andreace Ardoino, e non trovandosi
notaio da scrivere il legato si fece un testimoniale dell'ultima volontà
di detto Francesco col quale comparso avanti la Vescoval Corte come esecutrice delle
pie volontà s'interpose decreto che in virtù di detto testimoniale
la Congragazione di S.Giovanni si mettesse in possesso[;] la quale Congregazione
visto che detto Francesco legatario non havea figli ne herede accettò in
beneficio dell'Anima sua la detta Possessione della quale presone l'attuale e real
possesso la censuò con consenso della Vescoval Corte e suo decreto per carlini
dieci nove anno quolibet al Reverendo Don Gisimondo Casaleno di Malveto e suoi heredi
e successori, e così hanno continuato quasi dal primicerio che fu fondata
detta Congregazione con patto che esso Don Gisimondo e Francesco suo fratello e
suoi heredi e successori pagassero lo rendito che si trova sopra di detta Possessione
che sarà di grana dieci in circa; e lo detto Francesco l'have ceduta a D.Francesco
Crogliano con peso di pagare detto censo. E perchè esso Monastero havea peso
di reparare e far servire la chiesa dove sta la congragazione cedette detto censo
ad essa Congregazione, il Rettore del quale si contentò di mancare un tarì
l'anno dal pagamento di carlini 11, et al presente se l'esige essa Congregazione.
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Item tenet et possidet quodam fundicum terranum situm intus Civitatem p[redi]ttam loco ubi dicitur lo Critè. Confinis est a parte superiori domus q[uonda]m Manutij Gimigliani. A parte inferiori finis est hortale R[everen]di Sir Annibalis Amodei, et ab alis latere domus Magistri Pauli Botta |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un fondaco a piano terra all'interno della Città al cosiddetto Critè confinante superiormente con la casa di Manutio Gimigliano, nella parte inferiore con giardino del Reverendo Sir Annibale Amodei e casa del maestro Paolo Botta |
Questo fondaco o catoio è stato lasciato alla Congregazione dalla honesta
figliola Giustina di Cosenza della Città di S.Marco morta senza herede, et
il legato lo scrisse al Reverendo Sir Cola Spina canonico e curato della detta Città,
e suo confissore, per non trovarsi all'hora notaio in detta Città, il quale
non vende cosa alcuna.
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Item tenet et possidet quandam possessionem dictam le Vignicelle di Mons[igno]r Frassia sitam et positam in terr[itori]o di S. Marci in loco dicto li Costieri. Confinis est ab uno latere possessio q[uonda]m Sir Mutij Russi. Ab alio latere pastanum* seu vinea q[uonda]m D. Torquati Falangolæ a parte inferiori Flumen Fullonis |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di una proprietà detta le Vignicelle di Monsignor Frassia posta in territorio di S. Marco in località li Costieri, confinante con proprietà del fu Sir Mutio Russo, con pastano* o vigna del fu Don Torquato Falangola e nella parte inferiore col fiume Fullone |
* Pastanum = Pastano (dialettale), vigna. Da pastinum, attrezzo per piantare
(Voc. dialetto calabrese De Accattatis)
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Queste Vignicelle sono state consignate per pubblico instrumento dal M.co Ill.mo
S.r Mutio Cavalcanti barone della Rota e Cerzito alla Venerabile Congregazione per
un legato di ducati vinticinqui fatto dal quondam Rev.mo Monsignor Vincenzo Frassia
a detta Congregazione come appare nel suo testamento rogato per mano del notaio
Jacovo Caprino, et essa Congregazione liberò detto Signor Mutio et alla Signora
Cleria Frassia sua moglie herede di detto Testatore dalla solutione predetta, e
si prese in loco delli dinari dette vigne.
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Item tenet et possidet quodam annuum censum ducatorum duorum affixum per ipsam Venerabilem Congregationem super bonis Joannis Mariæ Pintibonæ eiusdem civitatis et precipue super quandam domum intus hu[ius]m[o]di civitatem loco dicto li Trivolisi iuxta bona Pauli Collorelli via publica et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di ducati due affisso per questa Venerabile Congregazione sui beni di Giovanni Maria Pintibona di questa città e particolarmente su una casa in città in località i Trivolisi a confine con proprietà di Paolo Collorelli, via pubblica e altri |
Questo censo fu girato dalla detta Congregazione delli danari del quondam s.r Gio:
Antonio Candela di detta Città il quale promise ducati cinquanta nell'Albarano*
sottoscritto di sua mano alla fabbrica di detto Monasterio, et essendo venuto a
morte, e non trovandosi pagato tutto li docati cinquanta, fu fatto il complimento
del pagamento dal Sig. Gio:Gasparro Candela di Belvedere, marito della figlia di
detto Gio: Antonio sua herede, et li ridorno ducati vinti, e si pagano di censo
dal detto Pintibona alla ragione di dieci per cento, e così ha continuato
e continua. E l'istrumento si vede fo.79.
* Albarano = Scrittura privata (Romanische Sprachgeschichte: ein internationales
Handbuch zur Geschichte der romanischen Sprachen - Di Gerhard Ernst - Walter de
Gruyter, 2003)
oppure Appunto, minuta detto anche carta pitiace in Calabria (www.itcgtacri.it/giornalino3-2006/Pagina8-9.pdf)
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Item tenet et possidet quodam annuum censum ducatorum decem et septem pro capitali
ducatorum centum septuaginta affixum per admodum M.co et Rev.mo D. Nicolaum Joannem
Gonzagam Archid.m super bonis Joannis Capparelli de Menghis, Georgi Tavolari, Nicolai
Tavolari Georgi Costa'tini Caloiari Candreve, et Minici Capp[are]lli casalis serradilei
quæ bona sunt descripta et confinata in annotationibus ut infra in presenti
pagina |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di ducati diciassette per capitale di ducati
centosettanta affissi per il Magnifico e Reverendissimo Arcidiacono Nicola Giovanni
Gonzaga sui beni di Giovanni Capparelli de Menghis, Giorgio Tavolaro, Nicola Tavolaro,
Giorgio Costantino, Caloiaro Candreva e Minico Capparelli del Casale Serradileo,
beni descritti e circoscritti nelle annotazioni contenute in questa pagina. |
Questi due censi di ducati trenta sono stati lasciati dal M.co Ill.mo Rev.mo S.
Cola Giovanni Gonzaga arcidiacono della Città di S.Marco come appare per
il suo testamento chiuso sotto il 23 di giuglio 1600 et aperto decreto mediante
sotto li 22 di aprile 1610 come si vede nel libro dell'istrumenti di esso Monastero
fo. 6. Quali docati trenta annui per capitale di ducati trecento esso testatore
li lascia alla Congregazione che ne habbia da fondare o un Monastero di Vergini,
o uno Collegio di Gesuiti come meglio pareva ad essa Congregazione la quale dispose
fondare questo di Vergini delle Scalze di S.Chiara riformata, e detti ducati 30
si sono pagati e pagano ogn'anno per tutto il mese d'Agosto di ciascuno anno. Di
modo che questi furono li primi denari lasciati per la fundatione e patrimonio del
nuovo monastero.
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Item aliud censum ducatorum decem affixum pro capitale ducator[um] centum ab ip[s]o
ret[trodic]to D[omi]no Nicolao Joanni Gonzaga Archidiacono super possessione sita
et posita in terr[itori]o S.Marci loco dicto Le sciulle Donni Jo: Hieronymi Battenderij
prefate Civ[ita]tisnuncupata la vigna di Mastro Cola di Talento (o
Falento) cum aqua surgenti; et super uno castaneto prefati Baptenderij
loco ubi dicitur Perrizito et super domu[m] intus Civ[itat]em S.Marco loco ubi dicitur
le Rose et in hortale contiguo Confines sunt in possess[ion]e p[redi]tta bona Donnæ
Valeriæ iuxta bona D. Nicolai Joannis Formosi iux[t]a bona Jacobi de Podo
via publicam et alios fines. |
Ancora altro censo di ducati dieci affisso su capitale di cento ducati dallo stesso
r[etrod]etto arcidiacono Don Nicola Giovanni Gonzaga su proprietà ubicata
in territorio di S. Marco in località Le sciulle di Don Gio: Geronimo Battindero
in detta Città chiamata la Vigna di Mastro Cola di Talento (o Falento) con
acqua sorgiva; e sopra un castagneto del predetto Battindero in località
Perrizito e sopra una casa nella Città di S. Marco in località le
Rose e hortale annesso. I confini sono con proprietà di Donna Valeria, con
proprietà di Don Nicola Giovanni Formoso, con proprietà di Jacobo
di Podo, con via pubblica e altri. |
Questi ducati 22 annui di censo il sopradetto sig. arcidiacono Gonzaga li lasciò
che per due anni se ne pagassero alcuni legati come appare nel suo testamento fo.6
e per tre altri anni si svendessero a' poveri, e finiti li detti cinque anni fossero
del Monastero di Vergini di S.Marco. E perché nel suo codicillo lasciò
che passati li detti cinque anni ne fosse usufruttuaria tutta sua vita durante la
sig.ra Restituta Passarella sua nepote, al presente si esigono per detta sig.ra
ma dopo la sua morte o con heredi o senza heredi legittimi di suo corpo recadano
al detto Monastero come appare in detto testamento f.o 6.
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Item aliud censum annuoru[m] ducator[um] quindecim pro capitale d[ucator]um centum quinquaginta affixum super dominibus et hortale siccomor[um] Joannis Andreæ Santi Sosti Civ[ita]tis S. Marci in loco ubi dicitur lo capo delle Rose. Confinis est hortalis R[everend]i Sir Annibalis Amodei Magistri Salvatoris Battagli[a]e via publica et alijs. Ab ip[s]o re[trodi]cto D[omi]no Archid[iacon]o Gonzaga emptum Item aliud censum annuoru[m] ducator[um] tres ab eodem D[omi]no Gonzaga affixum cum capitale ducator[um] triginta super quodam castaneto Coriolani della Guardia eiusdem Civ[itat]tis in territorio S. Marci in loco ubi dicitur Vocita. Confinis est Joannes Baptista Candela, Sir Nicolaus Spina via publica et alij finis. Item aliud censum carolenor[um] decem et septem ab eodem D[omi]no Gonzaga affixum cum capitale ducator[um] decem et septem super castaneto D. Giambari de Coppa prefatæ Civ[ita]tis in territor[ori]o eiusdem loco ubi dicitur Li Copuni. Confinis est Joannis Gregorius Minalaus, castanetu[m] sant[issi]mi Corporis X[ris]ti et alij finis. Nec non super horto siccomor[um] et ficuu[m] iuxta menia Civ[ita]tis loco dicto la Portavecchia iux[t]a hortu[m] Jo: Dom[ini]ci Ferrari, iux[t]a hortum Jo; Dom[ini]ci de Domanico iux[t]a siccomos Auriæ Frassæ via publica et alios fines. Item aliud censum carolenor[um] octo pro capitale ducator[um] octo ab eodem D[omi]no Gonzaga affixum super possessionem Isabellæ Gimiglianæ Fr[anci]sci Antonijj delo bosco in eod[em] territorio loco ubi dicitur L'Ambruoni. Confinis est Detius Catalanus, Manutius Gimilianus et alij finis. |
Ancora, altro censo di annui ducati quindici per capitale di centocinquanta ducati
affisso su case e ortale di sicomori di Don Giovanni Andrea Sansosti della Città
di S. Marco nel luogo detto il Capo delle Rose. Confina con l'orto del rev. sir
Annibale Amodei di mastro Salvatore Battaglia via pubblica e altri. Comprato dal
predetto arcidiacono Gonzaga. |
Gli retroscritti docati 15 del S.Sosti, li ducati tre di Coriolano della Guardia,
li carlini diecisette di D. Giambaro di Coppa et li carlini otto di Isabella Gimigliana
sono stati lasciati dal retroscritto Cola Gio[sepp]e Gonzaga alla Sig.ra restituta
Passarella sua Nepote, e dopo la sua morte senza figli legittimi di suo corpo siano
del V[enerabi]le Monastero come appare nel retroscritto citato testamento fo. 6
e l'istrumento delli ducati 15 ut supra sta registrato nel libro del Monasterio
al fo. 16, quello di Coriolano al fo 9 quello di Don Giambaro Coppa al fo. 10, Quello
di Sabella Gimigliana al fo 11.
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Item tenet et possidet quodam castanetum situ[m] et positum in territorio S. Marci loco ubi dicit[ur] Vocita quod fuit Donnæ Francischellæ de Sapire. Confinis est Castanetu[m] |
Ancora è usufruttuario e proprietario di un castagneto ubicato in territorio di S. Marco in località Vocita che fu di Donna Francischella di Sapire (Sapri?). Confina con castagneto |
Questo castaneto fu comprato ducati cinquanta dal retrodetto Sig. Arcicdiacono Gonzaga dalla supraditta D. Francischella di Sapire, et nel suo testamento si dimenticò di lasciarlo nè alla Herede né al Monasterio, e perche si hebbe informatione qualmente detto S. Archidiacono declari più volte che tutte le sue robbe paterne li lasciava al S. Fabritio Gonzaga così fu e tutte le robbe acquistate da lui voleva che fossero del detto Monastero, e così è stato eseguito, con consenso di detto S. Fabrizio herede che detto castagneto è stato incorporato al Monastero predetto a die mortis del detto S. Arcidiacono così come al presente si possiede come robba acquistata da lui e comprata danari contanti non è cosa paterna.
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Item tenet et possidet annuum censum carolenor[um] triginta sex super bonis stabilibus admodu[m] Rev[erendi] Sir Andreacis Sancti Sosti prefata[e] Civ[ita]tis consequendor[um] anno quolibet mense Aug[us]ti cum potestate affrancandi quandocumque, et co[n]fines sunt descripti in p[resen]ti Pagina ut infra. |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di trentasei carlini sui beni immobili del Reverendo Sir Andreace Santi Sosti della predetta città pagabili in agosto di ogni anno con possibilità di affrancarli in ogni tempo, i cui confini sono sotto descritti in questa pagina |
Questo censo di carlini trentasei sono pervenuti per il capitale di ducati quaranta li quali havea promesso Sir Andreace S.Sosti nell'Albarano firmato di sua mano in timpo si volea principiare la fabrica del Monastero, et essendo maturato il timpo di pagar detti ducati quaranta di elemosina, non havendoli premanibus ne fece pubblico instrumento censuale a ragione di ducati nove per cento nel quale promise il Procuratore del nove del Monastero che si fra certo determinato tempo il Monastero non haveva effetto che non fosse tenuto a pagare detto censo, ma perche il monastero hebbe effetto prima del tempo determinato nell'instrumento esso Sir Andreace have eseguito il pagamento mentre visse, e dopo sua morte hanno pagato, e pagano Felice, Tolomeo e Alessandro Santo Sosti. Tutto questo appare nell'Albarano fo … et all'instrumento ut supra fo.36 li beni che sono sottoposti al detto censo di carlini 36 sono la casa palaziata con aria e fundaco et altri edificij posta in questa città di S. Marco nella contrada detta la Porta dell'Ilici, seu le Rose iuxta menia di essa Città, iuxta la casa di Tomaso Santososti et altri fini come appare nell'instrumento censuale fo.36
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Item tenet et possidet aliud censum annuoru[m] carolenor[um] decem et octo super bonis stabilibus admodu[m] Rev[erendi] Sir Annibalis Amodei eiusdem Civitatis consequendorum in mense Augusti quolibet anno cum potestate affrancandi q[u]a[ndo]cumq[ue]. |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di altro censo annuo di diciotto carlini annui sui beni immobili del Reverendo Sir Annibale Amodei della medesima città riscuotibili nel mese di agosto di ogni anno con possibilità di affrancarli in ogni tempo. |
Questo censo di carlini diciotto è pervenuto al Monastero dall'Albarano firmato
di propria mano dal Reverendo Sir Anibale Amodeo ut in fo. … et non havendo
havuto denari premanibus ne affisse uno annuo censo di carlini 18 per capitale
de ducati vinti sopra li suoi beni come appare nel suo instrumento censuale fo.
37 e così ha continuato e continua a pagare ogni anno.
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Item tenet et possidet quondam censu[m] carolenor[um] viginti solvendoru[m] in quolibet [anno] mense Augusti per Antoniu[m] Sacchinum Civ[ita]tis S. Marci super eius domo palatiata intus Civ[ita]tem p[redit]tam in contrata detta la Judeca, iux[t]a domos heredu[m] q[uonda]m Hettoris Sachini, et Lutij Sachini et alios fines. Item super quadam vinea in terr[itor]io S.Marci loco dicto la Molara iux[t]a bona ipsius Antonij et alios fines. |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di venti carlini annui pagabili ogni anno nel mese di Agosto per Antonio Sacchini della città di S. Marco sulla sua casa palaziata in detta città in contrada Giudeca, confinante con le case degli eredi di Ettore Sacchini, Lucio Sacchini e altri. Ancora, su una vigna in territorio di S. Marco in localià la Molara confinante con proprietà dello stesso Antonio [Sacchini] e altri. |
Questo censo è stato affisso dal Signor Giuseppe Andriotta Procuratore del
Monastero delle Vergini con ducati venti contanti ricevuti dal sopradetto herede
di Sir Annibale Amodeo per l'affrancatione del sudetto censo come si vede al supradetto
fo.108.
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Item tenet et possidet annu[m] censu[m] carolenor[um] triginta pro capitale ducator[um] trig[in]ta affixum per … Dominum Torquatum Fralangolam eiusdem Civ[ita]tis et Sorrenti super vinea sita et posita in territorio prefatæ Civ[ita]tis loco dicto l'Ambruoni quæ possidetur per Manutiu[m] Gimiglianum ipsius Civitatis in q[u]ol[i]b[et] me[n]se Aug[us]ti iux[t]a Castanetu[m] C. Mutij Vizzæ iux[t]a Vallonem del'Ambroni iux[t]a castanetum S.ti Antonij et ipsius Manutij. |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di trenta carlini annui per capitale di trenta ducati affisso per il signor Torquato Falangola della città medesima e di Sorrento, su una vigna ubicata nel predetto territorio in località l'Ambruona posseduta per Manutio Gimigliano della stessa Città [con pagamento] in ogni mese di agosto, confinante con castagneto di C. Mutio Vizza, con Vallone dell'Ambrona, con castagneto di Sant'Antonio e lo stesso Manutio. |
Questo censo di ducati tre annui affissi per il Signor Torquato Falangola sono stati
dati al Monastero dal sudetto Signor Torquato come si vede nel suo istromento fo.
… e furono per complimento di ducati ottanta promessi nell'Albarano firmato
di sua mano ut in fo. … che havendo pagato li docati cinquanta non havendo
il complimento premanibus girò al Monastero il detto censo di ducati tre
che sono stati continuamente pagati ogni Agosto per detto Manutio Gimigliano, e
dopo sua morte da Mutio e Antonino Vizza alli quali è pervenuta detta Vigna;
e la donatione fatta al Monasterio da detto Signor Torquato appare nel libro dell'instrumenti
al fo.43 e la vendita fatta da detto Gimigliano a C.Mutio Vizza con detto peso di
ducati tre annui appare al fo.43 a ter.
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Item tenet et possidet quodam annum censu[m] carolenor[um] sex super castaneto sito et posito in territorio Joggi ex donatione facta Ven[rabi]li Congregationi ab honesta muliere Julia Parente eiusdem casalis percipendoru[m] anno quolibet in mense Augusti loco dicto lo Palu[m]baro iuxta castanetu[m] Baronalis Curiæ: iuxta bona quæ fuerunt q[uonda]m Anibalis lo bianco iuxta bona francisci Pedis et alios fines. |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di sei carlini percepibili ogni anno in agosto, su castagneto ubicato in territorio di Joggi in località Palombaro confinante con castagneto della Corte Baronale, con ex proprietà del fu Annibale lo Bianco, con proprietà di Francesco Pede e altri, per donazione fatta alla Venerabile Congregazione dall'onesta donna Giulia Parente dello stesso Casale |
Questo castagneto fu dato alla Venerabile Congregazione da Donna Giulia Parente
di Joggi tutto libero e senza peso, e perche alcuni pretendevano attione sopra di
esso fu necessitato il D.o Sir Anibale Amodeo all'hora Rettore di detta Congregazione
et D. Andreace Archidiacono haver ricorso di persona in Fagnano avanti quel Capitolo
il quale auditis partibus fu interposto decreto a favore di essa Congregazione e
posta in possesso; il che non ostante vennero in accordo, e lo censuorno per carlini
sei anno quolibet a Desiata Scotellara la quale mentre visse pagò detto censo,
e dopo morte soccesse a detto censo Cola Giovanni Todisco o come herede o come donatario
di detta Scotellara e continuato a pagarlo mentre che visse, di poi havendo lasciato
alcuni pupilli per molti anni non sono stati pagati per non haver potestà
ne di seguirli, ne scomunicarli, però si habbia ricorso contro il castagneto
e censuarsi ad altri; l'instrumento censuali fatto da Desiata Scotellara è
posto al libro del Monasterio di istrumenti fo. 3 e la donatione di detta Giulia
Parente è anco posta al medesimo fo.3
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Item tenet et possidet annum censum ducatorum quatuor super bonis Francisci, et Antonini Vizzæ solvendoru[m] anno quolibet in mense Augusti insolidum concissum irrevocabiliter ab … D[omi]no Fran[ces]co Selvagio Barone Si Georgij. |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di quattro ducati concesso irrevocabilmente dal Ill Signor Francesco Selvaggio barone di San Giorgio sui beni di Francesco e Antonino Vizza dovuti in solido ogni anno nel mese di agosto |
Questo annuo censo di ducati quattro sono stati donati irrevocabilmente inter vivos
dal Signor Francesco Selvaggio di questa Città Barone di Cavallarizzo come
appare per la sua donatione fo.50 (o 10?) e ci pose di peso che la Congregazione
fondatrice dil novo Monastero havesse da mandare ogn'anno il giorno di S.Giorgio
22 di Aprile a cantarvi la messa; et ancora una messa cantata il giorno di S. Hippolito
13 d'Agosto per l'anima del quondam Signor Pietro Antonio selvaggio suo Padrw nella
chiesa di S.Giovanni di S.Marco al presente trasportata nella chiesa di detto Monastero.
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Item tenet et possidet quandam possessionem sitam et positam in territorio Civitatis S.i Marci loco dicto lo Guttario arboratam sycomorum et alior[um] fructuum cum aqua surgenti finis bonor[um] Mantuani Andriottæ et alij. |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di una proprietà ubicata in territorio della Città di S.Marco in località lo Guttario alberata di sicomori e altri frutti con acqua sorgiva confinante con Mantuano, Andriotta ealtri |
[A margine questa nota: La detta possessione oggi la possiede il Monasterio. Li fini sono il Canonicato di S.Maria dell'Ilice] Questa possessione è stata donata donationibus titulo irrevocabiliter inter vivos dalla Signora Donna Felice Pintibona di detta Città, la quale per molti anni la Congregazione per segno di gratitudine diede all'istessa Donna per elemosina la valuta di detti frutti; e di poi avendola trovata a censuare als Signor Mauritio Catalano di detta Città per carlini trentacinque annui fecero essa Felice e detta Congragazione instrumento censuale come si è detto ad esso signor Mauritio delli quali vita durante di essa Felice la detta Congregazione non percepesse altro che carlini sette annui dalli detti carlini trentacinque li restanti fusse di detta Felice mentre viveva, e dopo morte tutti li detti carlini trentacinque siano di essa Congragazione e conseguentemente del Monasterio, e così si è continuato, e continua, come si vede nell'instrumento fo. 34 e 35. e dopo la terza generazione di detto Mauritio Catalano recade tutta la possessione al Monasterio come appare in detto instrumento fo.34 e 35
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Item tenet et possidet annuum censum carolenor[um] decem super vinea posita in territorio S.i Marci loco dicto Santo Nicola Dimmi Mosciari Casalis Santi Lauri iuxta bona … |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di annuo censo di dieci carlini su vigna posta in territorio di S. Marco in località San Nicola di Dimmo Mosciaro di San Lauro confinante con proprietà … |
Questo annuo censo di carlini diece è stato donato alla Venerabile Congragazione da Dimmi Mosciaro di Santo Lauro per sua spontanea devotione e sua vita durante lo pagò ogn'anno, e dopo sua morte li ha pagato molti anni sua moglie al presente lo paga quolibet anno nel mese di Agosto … Mosciara di S. Lauro, e la donatione appare fo. … Questo censo è pervenuto in potere di Minico Marcello e Cola Dardis di detto casale di Santo Lauro e pagano anno quolibet detti carlini diece.
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Item tenet et possidet Pedem unum syccomi in loco dicto alli Trivolisi intra menia Civitatis vurgariter dictu[m] la Troppa di Giustina iux[t]a … |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di una pianta di sicomoro in località detta alli Trivolisi dentro le mura della Città volgarmente chiamata (la pianta) la Troppa di Giustina, confina con … |
Questa troppa di celso è stata donata irrevocabiliter inter vivos come appare per la donatione stipulata ut in fo … dall'Honesta Donna Giustina Schittina di S.Marco alla Venerabile Congregazione e si donò per molti anni a Gio: Maria Pintibona per carlini diciotto annui, dopo renuntiato detto peso si è venduto per sei sacchi di pampano ogn'anno. E perche fu brugiato e non si sa da chi per alcuni anni si è venduto per tre sacchi, et al presente e cresciuto al numero di cinque e sta per lo Monasterio
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Item tenet et possidet quodam censum carolenoru[m] quindecim consequendor[um] ab Antonello Mezacapo affixum super eius domo palatiata cum aula et fundacis sita et posita intus Civitatem Sancti marci loco ubi dicitur la Portavecchia iux[t]a domos D[omi]ni Decani Andriotte hortale contiguo viam publicam et alios fines, solvendor[um] in quolibet mense Augusti |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo di carlini quindici pagabili da Antonello Mezacapo affisso sopra la sua casa palaziata con sala e magazzini ubicata nella Città di S. Marco in località Portavecchia confinante con case del Signor Decano Andriotta, [sopra] l'unito giardino [confinante] con pubblica via e altri, da pagarsi ogni mese di agosto |
(A margine questa nota: Si possiede da Gio.Cardamone come marito d'Isabella Mezacapo, oggi però dal Sig. Canonaco Cardamone) Questi carlini 15 sono stati lasciati dal Reverendo Don Giovanni Andrea Mezacapo nel suo testamento com'appare al fo. 48 che si esigessero da varie persone, come da Horatio Vivacqua di Rogiano ducati trent'uno; carlini 15 dall'Heredi di Luca Sachino; ducati quattro per la messa servita del quondam Bernardino ferraro; e da Giovanni Spinosa il complimento insino alli ducati 50 con peso di celebrarsi una messa lo mese per l'anima sua e suoi antecessori, et uno anniversario del giorno che morse che fu alli … di … 16. Delli quali legati fatte le descussioni con li debitori se ne recuperorno ducati 45 li quali furno donati: a detto Antonello Mezacapo ducati 15 di capitali; e ducati trenta che si donorno a censo a Marco Granaro e Lucretia Pede sua moglie alla ragione di diece per cento come si vede nel libro delli instrumenti del Monastero. Il contratto di detto Mezacapo al fo.4a a ter e quello di Marco Granaro al fo. 48 e 49
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Item tenet et possidet quodam aliud censum Carolenor[um] triginta solvendoru[m] in mense Augusti quolibet anno per Marcu[m] Granarum super quada[m] possessione sita et posita in terr[itori]o Civ[ita]tis S.Marci loco dicto Fullone vitata et arborata pluribus arboribus cum torculare et melioramentis factis iux[t]a petin[ ]to terrar[um] Francisci Toscani, iux[t]a bona heredu[m] q[uonda]m Joannelli Maldotti viam publicam et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un altro censo di carlini trenta pagabili nel mese di agosto di ciascun anno per Marco Granaro su una possessione ubicata nel territorio della Città di S.Marco in località Fullone, con vigna, alberi diversi, torchio e migliorie varie, confinante con … delle terre di Francesco Toscano, con proprietà eredi Giovannello Maldotto, via pubblica e altri. |
Questo censo di carlini 30 è stato affisso con li danari lasciati dal quondam Don Giovanni Andrea Mezacapo come si è detto sopra nel suo testamento fo.48 e detto instrumento censuale appare a fo. 48 a ter e 49
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Item tenet et possidet quodam censum ducator[um] quinque pro capitale d[ucator]um quinquaginta solvendorum in mense Augusti cuiuslibet anni ab Antonello Mezacapo affixum super quada[m] vinea vitata et arborata cum puribus et diversis arboribus sita in terr[itori]o huis[dem] Civ[ita]tis loco ubi dicitur Valentoni iux[t]a bona notarij Joannis Turchi Guccioni iux[t]a bona Francisci Bonbicini viam convicinaliem et alios fines, et super castaneto sito et posito in eodem terr[itori]o loco dicto iux[t]a bona Joannis Dom[ini]ci Fauteræ, iux[t]a bona Joannis Andreæ S. Sosti, iux[t]a flumen Sancte Veneris et alios fines. |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo di cinque ducati per capitale di cinquanta ducati pagabili nel mese di agosto di ciascun anno da Antonello Mezacapo affisso su una vigna con viti e vari alberi di genere diverso ubicata nel territorio di questa Città in località Valentoni confinante con proprietà del notaio Giovanni Turco Guccione, con proprietà di Francesco Bonbicino, via convicinale e altri, e su castagneto ubicato nello stesso territorio in località , confinante con proprietà di Giovanni Domenico Fautera, con proprietà di Giovanni Andrea S. Sosti, con il fiume Santa Venere e altri. |
Questo censo di ducati cinque annui sono stati assegnati al Monasterio per C. Bernardino Perrone, tutore di soro Annuccia Pignatara quando la pose nel Monasterio come appare nel suo contratto et assignat[ament]e al fo.70 e detti ducati cinquanta di capitale dovendoli consegnar di contanti al Monasterio ciò è ducati trenta di carpisatura (abiti e coperte?) e ducati venti del vitto del predetto anno anticipato, non havendo li denari premanibus ne consignò lo detto censo affisso come di sopra, e l'istromento censuale appare nel libro di pergameno del detto Monasterio in persona del quondam Luca Sachino al fo. 71 ma di poi è pervenuto al quondam Gio: Battista Candela di detta Soro Annuccia
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Item tenet et possidet quodam annuu[m] censu[m] ducator[um] quinque concessu[m] a D[omi]no Pompeo Valentone irrevocabiliter inter vivos solvendor[um] a Joanne Martino de Simone super poss[ession]e sita in terr[itori]o S.Marci loco dicto Vallecarusa iux[t]a bona a parte superiori Bartoli de Matthia, et a parte inferiori lo Vallone dello Rango et alios fines cum onere celebrandi missam una[m] in quolibet Hebdomada pro anima ipsius Pompei donatarij |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di cinque ducati concesso irrevocabilmente tra vivi da Don Pompeo Valentoni pagabili da Giovanni Martino di Simone su possessione sita in territorio di S. Marco in località Vallecarusa confinante nella parte superiore con proprietà di Bartolo di Mattia e dalla parte inferiore con Vallone del Rango e altri, con obbligo di celebrare una messa settimanale per l'anima dello stesso donatario Pompeo |
Questo censo col peso ut supra donato fu esatto per molti anni dalla Congregazione e fattasi celebrare la messa per il Reverendo Don Cola Gioe (Giuseppe) Formoso e Don Giovanni battista Barrilaro Cappellani salariati della detta Congregazione ma da poi essendo stata mossa lite sopra detta possessione dal tribunal della R.a Fabrica per alcune pretendenze antiche di messe non celebrate, l'heredi di Don Giovanni Martino si transegì con detto tribunale il quale diede a detto Herede la detta possessione e mediante che l'havia ricevuta dalla Fabrica per l'avenire non volse pagare più detti ducati cinque et essa Congregazione ha cessato celebrare la messa per l'anima di esso Pompeo donatario la cui donatione appare al libro di pergamino in forma probante al fo.2
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Item tenet et possidet quodam censum ducator[um] trium consequandor[um] anno quolibet in mense Augusti super bonis Joannis Mariæ Pintibonæ et Sir Mauritij eius filij et precipue super (bianco) Item tenet et possidet aliud censum ducator[um] viginti consequandor[um] anno quolibet in mense super bonis D[omi]ni Ferdinandi Passal'acquæ Civitatis Rossani, et precipue super (bianco) |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di altro censo di tre ducati percepibili ogni anno nel mese di agosto sui beni di Giovanni Pintibona e Sir Mauritio suo figlio, e particolarmente su (spazio bianco) Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di tre carlini percepibili ogni anno nel mese di (bianco) sui beni di Don Ferrdinando Passalacqua della città di Rossano, e particolarmente su (spazio bianco) |
Questi due censi di ducati cinque del Pintibona e Signor Passalacqua sono pervenuti al Monastero hoc modo: che essendo venuta a morta la quondam Signora Portia Rocca della Città di Rossano a questa Città di S. Marco lasciò alla congregazione ducati nove annui per capitali di ducati cento da conseguirsi da Don Ottavio Adimare di Rossano con peso di farle celebrare due messe la settimana come appare nel suo testamento fo.44 a ter. E perche non si pagò detto censo per alcuni anni a causa che non si possette haver notitia del notaio che havea stipulato detto censo, e vedendo essa Congregazione che nè la testatrice potea haver il suffragio delle messe nè essa Congregazione li detti ducati nove vennero in accordo con il suddetto Signor Ferranti Passalacqua di Rossano al quale si cedette detto censo di ducati 9 per ducati cinque annui da pagarsi come di copra cioè ducati tre da Sir Mauritio Pintibona e suo Padre come appare per l'istrumento censuale di detti Pintibona e ducati due li paga esso Signor Ferrante come appare nel suo stromento censuale al fo …
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Item tenet et possidet quodam censum ducator[um] quatuor cu[m] dimidio solvendor[um] anno quolibet in mense Augusti pro capitale ducator[um] quinquaginta ad rationem ducator[um] novem pro centinario qui ducati quatuor cum dimidio fuerunt affixi per D. Simonem Carnevalem super quadam possessionem arborata pluribus arboribus sita in terr[itori]o dicte civitatis loco dicto le Ficominotille iux[t]a bona Joannis Matthei Sacchini, Marcelli Palmerij et alios fines, et super quadam domu terrana imbricibus tectam sitam in d[ict]a Civ[ita]te in contrata dicta la Piazza iux[t]a domu[m] D. Joannis Hieronimi Ritij, iux[t]a domum Nicolai delo Trono, viam publicam et alios fines. Et per Joannem Vittoriu[m] de Spirito super castaneto sito in terr[itori]o S. Marci loco dicto Perrizito seu lo Guttario iux[t]a bona Fran[cis]ci Bombicini, Petri Antonij Andriottæ; iux[t]a bona heredum q[uonda]m Joannis Mariæ Maurræ et alios fines alia vinea posita in dicto loco delo Guttario iux[t]a bona dicti Petri Antonij Andriottæ. Et super quadam domu intus S. Marci in contrata dicta lo Criteo iux[t]a Ecclesiam S.æ Mariæ dela nova vias publicas et alios fines. Item tenet et possidet aliud censum carolinor[um] trig[in]ta quinque relictum et legatu[m] per q[uonda]m D. Simeonem p[redi]ctum in eius ultimo testamento super quadam domu sita in Platea Civitatis Sancti Marci pro satisfatione Votu[um] suor[um] iuxta domu[m] D. Joannis Hieronymi Ritij, iuxta domu[m] Francisci de Oranges et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di altro censo di quattro ducati e mezzo da pagarsi ciascun anno ad agosto per capitale di cinquanta ducati in ragione del nove per cento, i quali ducati furono affissi per Don Simone Carnevale su una possessione alberata con più piante posta nel territorio di detta Città in località Ficominutille confinante con proprietà di Giovanni Matteo Sacchini, Marcello Palmero e altri, e su una casa a piano terra con copertura in tegole posta in detta Città in contrada la Piazza confinante con casa di Don Giovanni Geronimo Rizzo, con casa di Nicola del Trono, via pubblica e altri. E per Giovanni Vittorio di Spirito su castagneto sito in territori di S. Marco in località detta Perrizito o il Guttario confinante con proprietà di Francesco Bombicino, Pietro Antonio Andriotta, con proprietà eredi del fu Giovanni Maria Mauro e altri, su altra vigna posta nel predetto Guttario confinante con proprietà del detto Pietro Antonio Andriotta. E su una casa in S. Marco in contrada il Criteo confinante con la Chiesa di S. Maria della nova e altri
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Questi due censi uno di ducati 4 e l'altro di carlini 35 ancorche appaiono due debiti rei veritati non sono più che uno, a causa che havendo io Don Andreace Ardoino come epitropo* del quondam Monsignor Gorno come anco ordinario Assistente della Congregazione di S.Marco mandato il S.r Don Simone Carnevale nella città di Roma a recuperare li ducati mille e cinquecento lasciati dal quondam Am.so Gorno, venuto detto Don Simone con li denari recuperati, e quelli dandosi a censo, ne volse anch'esso di detti denari ducati 15 alla ragione di ducati nove per cento e ne fece instrumento censuale di ducati quattro e mezzo insieme con Giovanni Vittorio di Spirito come appare nel suo contratto al libro dell'istrumenti del Monastero al fo.30, ma rei veritati Don Gio: Vittorio non partecipò di detti denari cosa alcuna ma come già di esso Don Simone si … (obligò?) … detto censo. E perche poi detto Don Simone mosse lite alla detta Congregazione pretendendo le spese fatte in Roma alla recuperatione delli legati di detto Monsignor Gorno stanti le sue pretendenze e restò di pagare detto censo, ma poi essendo venuto a morte conoscendosi realmente debitore alla detta Congregazione non più che ducati trenta uno del suo ultimo testamento come appare al fo. 83 del detto libro pergameno li lasciò che si pagassero da suoi Heredi e non morendo che li dovesse pagar lui anno quolibet in perpetum sopra la casa della piazza, la quale casa essendo il fondo del Signor Archidiacono Francesco Candela e [ivi] fabricata, li meglioramenti per esso Don Simone [fece] con proprii danari il detto Candela, e sucessa la sua morte detto signor Francesco si pose in possesso di detta casa per la qual cosa nè la Congregazione nè il Monastero ha percepito ne li ducati 4 ne meno li carlini onde al detto Monastero è rimasto il ricorso sopra la vigna di esso Don Simone posta alli Fico minotille, confinata come di sopra e anco sopra la casa terrana posta alla piazza che si possede hoggi per il signor Don Giovanni Geronimo Rizzi et ancorche nel suo testamento lasci detti ducati 35 per …. … rei veritati in mia concentia declaro che sono del Monastero detti ducati 35 pervenuti dalli danari del quondam Monsignor Gorno e non per noti come …
*Amministratore
Nota: Il testo è illegibile in varie parti sia per la cattiva grafia che per scoloramento dell'inchiostro
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Item tenet et possidet quodam censu[m] carolenor[um] novem solvendor[um] in mense Augusti cuiuslibet anni per Joannem Baptistam Romanum terræ Paole incola Civ[ita]tis S. Marci et eius Her[edes] et sucess[or]es super quodam Castaneto affixu sito et posito in territorio Sancti Marci loco dicto Perrizito iuxta castanet[um] notarij Jacobi Antonij Caprini, iux[t]a Castanetum S[anctissi]mi Sacramenti, Antonelli Fragagnani et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo di carlini nove percepibili nel mese di agosto di ogni anno per Giovanni Battista Romano di Paola, cittadino di S.Marco, e suoi eredi e successori, su un castagneto ubicato in territorio di San Marco in località Perrizito confinante con castagneto di Jacopo Antonio Caprino, notaio, con castagneto del Santissimo Sacramento, [con castagneto] di Antonello Fragagnano e altri. |
Questo censo di carlini nove annui è stato affisso con ducati nove contanti
me presente dal Reverendo Sir Iacovo Antonio Santo Sosti Arciprete Procuratore del
Monastero di Vergini pagati al ditto Gio: Battista sopra ditto castagneto al quale
havendo io Don Andreace [Ardoino] l'anteriorità di carlini cinque o vero
due tomolata di castagne infornate, io non dimeno ci do la detta anteriorità
al detto Monasterio come anco l'ho ceduto nel strumento censuale fatto dal detto
Gio:Battista come si vede nel libro pergameno del Monastero fo.72
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Item tenet et possidet post mortem Sororis Claræ Falangole, Franciscæ et Agnetis Passalacque quodam censu[m] ducator[um] decem solvendor[um] anno quolibet per Julium Gattula[m] Civ[ita]tis Sancti Marci prefixum super bona ipsius Gattoli et precipue super domo co[n]finata cu[m] Motta et Alexandri Grippæ, Ite[m] super domo confinata cum domibus Ott[av]ij Tuscani, super siccomis alla porterola iuxta siccomos D[omini] Joseph[i] S[ancti] S[os]ti, her[edes] Tiberij Viaplanæ; super siccomis allo sponituro iuxta Jo[annem]Bap[tis]ta[m] Spina[m];her[rede]m Riciu[m] super vinea allo policaretto. |
Ancora, è usufruttuario e proprietario, dopo la morte di Suor Clara Falangola e di Francesca e Agnese Passalacqua, di un censo di ducati dieci pagabili ogni anno per Giulio Gattola di San Marco prefisso sui beni dello stesso Gattola e in particolare su casa confinante con la Motta e [proprietà] di Alessandro Grippo; e ancora su casa confinante con case di Ottavio Toscano, sui sicomori alla Porterola a confine con i sicomori di Don Giuseppe Santo Sosti, eredi di Tiberio Viapiana; sui sicomori allo Sponituro confinanti con Giovanni Battista Spina, erede Rizzo, su vigna al Policaretto |
Questo censo di ducati X di Giulio Gattola l'have fundato Don Giuseppe Geronimo Rizzo come si vede nel protocollo di notaio Jacovo Caprino dell'anno 16(bianco) e di poi l'have permutato con la Signora Soro Isabella Falangola chiamata nella religione Soro Chiara come si vede e fa buono d'evitione nell'istrumento registrato al libro pergameno di detto Monastero al fo.75. e dopoi facendo la sua profissione ne fece donatione della proprietà che sono ducati cento al Monastero cum hac conditione che durante la vita sua e di Soro Francesca e Agnesa Passalacqua sue nepoti l'usufrutto siano di esse che ne possano disponere per li bisogni della persona loro con licenza della Madre Abbadessa stante che detti ducati X annui sono ultra dotem, con conditione nella sua mente di servirsene secondo la disposizioni della Sacra Congregazione, ciò è di tenerle alla cassa delle depositi del detto Monasterio sotto la chiave della depositaria e Abbadessa e non potersene servire altro che per loro bisogni delle proprie persone, e licenza delli superiori che pro temp[ore] saranno come appare nell'atto della professione di detta Soro Isabella al libro pergamento dell'istrumento di detto Monastero al fo.75 a ter. Le robbe obbligate a questo censo sono una casa palatiata con camera fundichi e cortile sita dentro la Città di S. Marco avanti la porta grande del vescovato, confine la Motta del Seminario e l'horto e casa di M[onsignor?] Alessandro Grippo, e ancora un'altra casa palatiata sotto la detta casagrande detta la Motta d'Ottavio Toscano finem circum circa l'horto e cortili di detto Ottavio e via pubblica; ancora uno hortale di celsi posti al loco detto la Porterola seu lo calcinaro confini li celsi del S. Giuseppe S.Sosti, li celsi dell'eredi di Tiberio la via piana et altri fini. Ancora, uno altro hortale di celsi fine li celsi di Gio.Battista Spina, li celsi dell'heredi Ricci e altri fini; ancora una vigna alberata di più e diversi arbori al loco detto lo Policaretto, fine le terre dell'Abbadia della Matina, fine le terre di Sallustio Quintieri di Joggi e altri fini
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Item tenet et possidet quodam annuu[m] censum car[ole]nor[um] decem solvendor[um] anno quolibet in mense Augusti per Joannem Guarnoriu[m] et Grandoniu[m] de Christopharo Civ[ita]tis S. Marci super cuiusdam domus cum quoda[m] terreno sita in loco ubi dicitur la Portavecchia iuxta menia Civitatis via pubblica domus ipsius Joannis et alios fines affixum pro capitale ducator[um] decem a Gisim[ond]o S[an]to Sosti Item tenet et possidet aliud censum carolenor[um] quinque solvendor[um] in mense Aug[us]ti per Joannem Guarneriu[m] pro fundo unius domus sitæ et posite in contrata dicta la Portavecchia seu S. Marco sibi vendite per R[everendu]m D. Joseph Sactu[m] Sostu[m] iux[t]a menia civitatis iux[t]a domus ipsius Joannis e Grandonij de Christopharo et viam publicam |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di censo annuo di carlini dieci dovuti ogni anno nel mese di Agosto per Giovanni Guarnorio e Grandonio di Cristofaro della città di S.Marco su una casa con terreno sita in località la Portavecchia confinante con mura della Città, via pubblica, casa dello stesso Giovanni e altri affisso per capitale di dieci ducati a Gisimondo Santo Sosti
Ancora, è usufruttuario e proprietario di altro censo di carlini cinque pagabili in Agosto per Giovanni Guarniero su proprietà di una casa posta in contrada detta la Portavecchia o S. Marco a lui pervenuta dal Reverendo Don Giuseppe Santo Sosti confinante con mura cittadine, casa dello stesso, [casa] di Grandonio di Cristofaro e via pubblica |
Questo censo di carlini dieci è stato donato al Monastero dal Signor Gisimondo S.Sosti per solutione in parte del vitto anticipato d'una sua figlia come appare nel libro dell'istrumenti del Monastero al fo.84, et il censo delli carlini cinque è stato fatto dal Signor Don Giuseppe San Sosti come appare in detto libro al fo.84 a ter
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Item tenet et possidet quodam annuu[m] censum ducator[um] septem solvendor[um] in p[rim]a Die mensi Januarij cuiuslibet anni per Nozentium Romanum terræ Roggiani super quadam possessione sita et posita in terr[itori]o Roggiani loco dicto la Valle iux[t]a bona Mauritij Castigliæ, iux[t]a bona Marij li Luzzi et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di sette ducati pagabili il primo di gennaio di ogni anno per Nocentio Romano di Roggiano su una possessione ubicata nel territorio di Roggiano in localià Valle a confine con proprietà di Mauritio Castiglia, di Mario di Luzzi e altri |
Questo annuo censo di Ducati sette affisso per capitale di ducati cento fu lasciato al Monasterio dal quondam Signor Marcello Campolongo come si vede nel suo testamento al libro distrumenti del Monastero fo.83 E perche l'heredi di detto Nozentio Romano non erano obligati a detto istromento furono astretti a ratificarlo per il signor Don Jacovo Antonio Santo Sosti Procuratore di detto Monastero così come lo ratificorno e si obligorno a detto censo
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Item tenet et possidet quodam censum ducator[um] novem solvendor[um] anno quolibet
in mense Aug[us]ti per Viduam Leodoram dela Costa, et Martiu[m] Joannem Alfonsu[m],
Franciscum, Danielem, et Annam Tudisca[m] filios ipsius Leodoræ super infrascriptis
bonis: |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo di nove ducati dovuto in agosto di ciascun anno
dalla vedova Leodora dela Costa e dai suoi figli Martio Giovanni Alfonso, Francesco,
Daniele, e Anna Todisco sui seguenti beni:
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Questo censo si declara quala[men]to:
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Item tenet et possidet quodam censum carolenor[um] triginta quinque solvendor[um] in mense octobris cuiuslibet anni enphitheoticu[um] per Fabritiu[m] Selvagium Civi[ita]tis S. Marci super quodam castaneto castanear[um] insertar[um] ipsius Monasterij quod fuit q[uonda]m Bellori Mendini sito et posito in terr[itori]o dictæ Civitatis loco dicto le Fico minotille, seu li Copuni, iux[t]a castanetum Laurentij Mendini, iux[t]a Castanetu[m] Mag[ist]ri Sipij Terranovæ, iux[t]a bona Confraternitatis S[anctissi]mi Sacramenti, et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo di trentacinque carlini riscuotibili nel mese di ottobre di ogni anno in enfiteusi a Fabrizio Selvagio di S. Marco su un castagneto di castagne inserte dello stesso Monastero già dello scomparso Belloro Mendino, ubicato in territorio di detta Città in località le Fico minutille, o Cuponi, confinante con castagneto di laurentio Mendino, con castagneto di mastro Sipio Terranova, con proprietà della Confraternita del Santissimo Sacramento e altri |
Questo castagneto è stato dato al Monasterio da Belloro Mendino una con le possessioni di Vallecarusa, e le case poste alla Giudeca seu lo Puzzillo come appare nella sua donatione irrevocabiliter inter vivos fo 58. E sono stati censuati al detto Fabritio Selvagio dal Signor Giuseppe Andriotta Procuratore del Monastero per carlini 35 come appare nel libro dell'istrumenti in carta pergamena al fo 106
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Item tenet et possidet quodam annuu[m] censum enphitheoticum carolenor[um] sexdecim solvendor[um] anno quolibet in mense Augusti quolibet an[n]o (ripetuto) per Franciscu[m] Maximillam t[er]ræ Belvederis incola S. Marci (a margine: et pro eo Michael de Cosenza alias Vecchiarello) super quadam possessione relicta per Vittoria[m] Russam eiusdem Civi[ita]tis Venerabili Congregationi sita et posita in terr[itori]o S.Marci loco ubi dicitur Santo Nicola iux[t]a aliam vinea[m] censuatam ab ipsomet Monasterio ip[s]i Maximilla[e] iux[t]a bona Francisci Tuscani et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo enfiteutico di sedici carlini riscuotibili ogni anno in Agosto da Francesco Massimilla di Belvedere abitante a S. Marco (a margine: e per lui Michele di Cosenza alias Vecchiarello) su una possessione lasciata da Vittoria Russa della stessa città alla Venerabile Congregazione posta in territorio di S.Marco in località Santo Nicola confinante con vigna censuata dallo stesso Monastero allo stesso Massimilla, con proprietà di Francesco Toscano e altri |
Questa possessione fu lasciata in testamento da Vittoria Russa a … suo figlio et herede con conditione che venendo a morte non solo detta possessione ma anco l'altra sua vigna sita e posta al Pulicaretto fossero della Congregazione, et essendo soccessa la morte di detto suo figlio et Herede il detto Monasterio si pose in possesso delli detti beni alli quali pretendendo ragione Jacova Russa sorella di detta testatrice fu commesso al Reverendo Signor cantore S.ti Sosti e Sir Thesoriero Rizzi che devidessero dette differentie li quali viste le scritture hinc[]inde presentate et auditis partibus giudicarono spettare alla detta Jacova carlini undeci annui et ambe le possessioni p[red]ette fossero del Monasterio e così si è stato e sta in pacifico possesso la detta Jacova del censo che li paga anno quolibet il Monastero di carlini 11 et esso Monasterio delle ditte due possessioni l'una delle quali è confinata ut[ supr]a al loco detto S.Nicola è stata data a censo enfiteotico al suddetto Francesco Massimilla come appare nel libro dell'istromento del Monastero fo.90
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Item tenet et possidet alia[m] vineam relictam in suo ultimo testam[em]to per sup[radi]ttam Vittoriam Russa[m] Sancti Marci ut supra dictum est sitam et positam in territorio S.Marci loco dicto lo Policaretto, iux[t]a bona (spazio bianco) |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di altra vigna lasciata nel suo ultimo testamento dalla sopradetta Vittoria Russa di San Marco [che] come sopra detto è posta in territorio di S. Marco in località Policaretto, confinante con proprietà (spazio bianco) |
Detta vigna è stata declarata nella supradetta annotazione e nella presente carta
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Item tenet et possidet quodam censu[m] annu[um] carolenor[um] decem solvendor[um] anno quolibet in mense Augusti per Franciscum de Brasi S. Marci super quodam castaneto sito et posito in terr[itori]o S. Marci loco dicto Perrizito iux[t]a bona Monasterij Virginu[m], iux[t]a bona seu lo Vinchietto di S. Antonio viam Publicam et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di carlini dieci pagabili ogni anno in agosto da Francesco di Brasi di S. Marco su un castagneto ubicato in territorio di S.Marco in località Perrizito confinante con proprietà del Monastero di Vergini, con proprietà cosiddetta Vinchietto di S.Antonio, con via pubblica e altri |
Questo censo di carlini dieci fu lasciato al Monastero dal fu Giovanni Domenico Tautera nel suo ultimo testamento fo.3 che lo pagasse Romelio di Martino suo Herede il quale havendo venduto detto castagneto al suddetto Francesco di Brasi lo vendì con conditione e patto di pagare al Monasterio carlini dieci l'anno come appare nell'istrumento tra di loro al libro pergameno fo. 90 a ter
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Item tenet et possidet quodam censu[m] ducator[um] sex solvendor[um] anno quolibet in mense Augusti per Not[aru]m Nicolaum Franciscum Lucianu[m] t[er]ræ Malveti, et D. Cesarem eius filiu[m] et alios filios suos super omnibus bonis eor[um] confinatis ut in annotationibus in p[rese]nti pagina Item tenet et possidet aliud annuu[m] censum ducator[um] octo et carolenor[um] unu[m] solvendor[um] anno quolibet in mense Augusti per Marcum Flaminium, Joannem, et Salvatorem Cozza de Fagnani super clausura seu possessionem (sic!) siccomor[um] et alijs arboribus arboratam (sic!) sita in terr[itori]o Fagnani loco dicto Burraina iux[t]a bona Hippoliti Frassetti, iux[t]a bona Camilli, et Joannis Laurentij CrediDio, iux[t]a bona Andreæ Juliani, iux[t]a bona Mercurij Tarsitani, iux[t]a bona Joannis Dom[ini]ci de Ambrosi, iux[t]a bona Silvestri ServiDio et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo di ducati sei pagabili ogni anno nel mese di agosto dal notaio Nicola Francesco Luciano della terra di Malvito, e da Don Cesare suo figlio e da altri figli suoi su tutti i loro beni confinanti come da annotazioni in questa pagina
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Questo censo di ducati otto e carlini uno è stato fatto dal quondam signor Giovan Battista Falangola barone di Fagnano, a' Malveto sopra la detta Possessione di detti Cozza com'appare nel loro istrumento al libro pergameno del Monastero al fo.73; e poi essendo stato lasciato dalli detti su di Cola Francesco Luciano sono affissi sopra la possessione detta lo Seggio a Malveto confine il signor Detio Gaeta, Antonio D'Amico, Giovanni Tomaso di Serio e Don Francesco Labrugiano, la quale possessione è ricaduta a Don Cesare, Francesco e Giovanni Tomaso Luciani figli et Heredi di detto notaro Cola Francesco
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Item tenet et possidet quandam possessione[m] magnam arboratam siccomo[um] olivar[um] vitar[um] et aliar[um] arbor[um] cum torculari intus domu[n]culam in ipsa possess[ion]e, quæ fuit quondam Bellori Mandini donatarij ipsius Monasterij sita[m] et positam in terr[itori]o Civ[ita]tis S. Marco (sic!) lo[co] dicto Vallecarusa di Belloro iuxta bona D. Neapolis Pagani, Ambrosij MazziæViti Cerriconis Andreæ Gonzaghe, Joannis Leonardi Bellatoris strictolo (sic!) convicinale (sic!) et alios fines Item quandam domu[m] quæ fuit ipsius Bellori Donatarij ut supra intus Civ[ita]tem S. Marci in contrata dicta lo Pozzillo iuxta Hortali (sic!) Jo[ann]is Leonardi Pisani Romelij de Martino viam publicam et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di una vasta possessione arborata con sicomori olive viti e altre piante, con casina e torchio nella stessa possessione che fu del defunto Belloro Mendino donatario dello stesso Monastero ubicata in territorio di S.Marco in località Vallecarusa di Belloro, confinante con proprietà di Napoli Pagani, di Ambrosio Mazzia, di Vito Cerricone, di Andrea Gonzaga, di Giovanni Leonardo Bellatore, confinante con viottolo convicinale e altri. Ancora, una casa che fu dello stesso Belloro donatario come sopra, nella città di S.Marco in contrada detta il Pozzillo confinante con ortali di Giovanni Leonardo Pisani, di Romolo di Martino, con via pubblica e altri |
Questa possessione come sopra confinata la detta casa consistinti in una sala con
camera e fundichi con cortile ammurato circum circa con una casetta et una pergola
grande dentro detto cortile, e le castagne censuate per carlini 35 a Fabritio Selvaggio
nel fo. 106 sono stati donati al Monastero di Vergini da Belloro Mensino, Vittoria
Cirintia di S.Marco come appare nella sua donatione irrevocabiliter inter vivos
al fo.57.
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Item tenet et possidet quodam censum annuu[m] carolenor[um] viginti solvendor[um] in mense Augusti per Franciscu[m] Granatum et Dianam eius Uxorem pro satisfactione cuiusdam legati quondam Diac[oni] Andreæ Saraceni super quadam domu sita et posita intus [territorio] Sancti Marci loco dicto lo Casalichio iux[t]a hortum notarij Jacobi Antonij Crapini (sic!) iux[t]a domum ipsor[um] Coniugum viam publicam et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di venti carlini dovuti in agosto da Francesco Granato e sua moglie Diana per soddisfazione di un legato del fu Diacono Andrea Saraceno su una casa sita in San Marco in località il Casalicchio confinante con giardino del notaio Jacopo Antonio Crapino, con casa degli stessi coniugi, con via pubblica e altri. |
Questo censo è stato contratto per detto Francesco Granato e Diana sua moglie com'appare nel libro dell'istrumenti del Monastero al fo. 5 a causa che essendo morto il Diacono Andrea Saracino zio di detta Diana lasciò alla Congregazione peso di due messe lo mese, et che si pagasse l'elemosina di dette messe sopra la suddetta casa come appare nel suo testamento al fo.4 a ter et per assicuramento di detta elemosina si fece l'assignamento dalla detta Diana, e Francesco suo marito come si è detto di sopra al fo.5
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Item tenet et possidet Possessionem magna[m] siccomor[um] vitar[um] olivar[um] castanear[um] cum alijs pluribus et diversis arboribus iuxta menia Civitatis quæ fuit q[uonda]m D[omi]ni Pompei Valentoni loco dicto Santo Marco non habet confines sed circumdata viar[um] circum circa solum adest medietas* Turris Civitatis intus dictam Possessionem, et menie ipsius et incipit a Janua Civitatis dicta la Porta di Santo Marco usq[ue] ad Monasteriu[m] Reformator[um] Sancti Francisci |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di una vasta possessione, un tempo del fu Don Pompeo Valentoni,
con sicomori, viti, olivi, castagni e numerose piante di ogni genere, limitrofa
alle mura della Città, in località Santo Marco, non ha confinanti
ma è tutta circondata da strade; detta possessione, in cui vi sono solo la
torre medievale* e le sue mura, va dalla Porta della Città detta di Santo
Marco fino al Monastero dei Riformati di San Francesco. |
* Il Medio Evo nel 1632 non era stato ancora definito, per cui medietas turris = di media età, ovvero Trecentesca (Enrico Tassone) |
Questa possessione di S. Marco è pervenuta al Monasterio hoc modo:
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Item tenet et possidet quodam Datium dictum La gabella della carne super Un[iversita]te S.Marci affixum per q[uonda]m Ill[ustrissimu]m Joannem Matheum Selvagium, et cessum postea per Ill[ustrimu]m D[ominum] Petrum Antonium Selvagium eius Filiu[m] ip[s]i Venerabili Monasterio cum clausulis ut infra declarationibus seu annotationibus: |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un dazio detto La gabella della carne sull'Università di S. Marco affisso per l' Illustrissimo fu Giovanni Matteo Selvaggio, poi ceduto dall'Illustrissimo Don Pietro Antonio Selvaggio suo figlio allo stesso Venerabile Monastero con le clausole di cui alle sottostanti dichiarazioni e annotazioni: |
Questa gabella della carne fu venduta dall'Università di S.Marco all'Ill.mo S.r Giovanni Mattheo Selvaggio Barone di Cavallarizzo che n'esigesse la ragione di tre carlini per qualunque bove o vacca, carlini due per qualunque genca sopra anno o Vitellazzo sopra anno, carlini due per ogni vitello o vitella di un'anno a basso carlino uno per ogni porco seu scrofa grana dodeci, per ogni castrato grana cinque, per ogni montone zimbaro o capra seu pecora grana quattro, e per ogni agno grana due e mezzo, con altri patti e capitulazioni come appare nel libro dell'istrumenti del Monastero fo. 39, e quando si morse (morì) detto Signor Barone lasciò che di detta gabella se ne maritasse una povera l'anno, di poi l'Ill.mo S.r Pietr'Antonio suo figlio Barone della terra di Castronovo mosso dalla devotione che portava a detto Monasterio le diede detta Gabella salvo assenso papale impetrando+ (Nota a margine: +col peso di una messa da celebrarsi in ogn'anno nella chiesa del Monastero e propriamente nel dì di S. Matteo Apostolo in suffragio dell'anima del fu Sig. Giovanni Matteo Selvaggio) come appare per la sua donatione al predetto libro Pergameno al fo.38 et essendosi ricorso a Roma si degnò quella Santa sede Apostolica dispensare che detta Gabella così come era del Maritaggio di poveri per l'avenire fosse delle Vergini e ponere del detto Monasterio come si vede nel suo breve spedito in Roma registrato al detto libro fo.41. Si declara anco come il Tribunal della Fabrica savendo molestato detto Signor Pietro Antonio per lo maritaggio di povere non fatto a dì Datæ brevis Ap[osto]lici indietro, fu condannato detto Barone a grossa somma per la quale si transegì per mettà, e pretendendo per alcuni anni dovesse contribuire il Monastero a detti maritaggi fece spedire citatione della detta fabrica contra il Monastero ad solvendum. E per non litigare con detto S.r Pietro Antonio riconoscendolo Benefattore si venne in accordo che seli pagasse ducati trenta contanti e se lifacesse la ricevuta di ducati venticinque promessi da Sua signoria nell'albarano fatto a favore del Monastero nel quale promise esso e Marcello Selvaggio suo fratre ducati 50 alla fabrica di quello e così se li fe istrumento di liberatoria di detto debito di ducati 25 e se li sborzorno li ducati trenta contanti come appare nel detto libro al fo.88, Detta gabella sta in affitto hoggi per ducati ventiquattro annui per tre anni.
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Item tenet et possidet pedem unum siccomi intus Civitatem Sancti Marci loco dicto la Portavechia seu di S.Marco iux[t]a menia eiusdem Civitatis iux[t]a domu[m] Sigismundi Sancti Sosti ab uno latere, et ab alio latere iux[t]a domum (spazio bianco) quem fuit consignatus ip[s]o Monasterio ab eodemet Sigismundo pro debito carpisaturæ unius filiæ suæ et ab ipso Monasterio receptum pro pretio ducator[um] quindecim inter eos conventum |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di una pianta di sicomoro nella Città di San Marco in località la Portavecchia o di S.Marco confinante con mura della Città, con casa di Sigismondo Sansosti da un lato e con casa di (spazio bianco) dall'altro la quale fu consegnata allo stesso Monastero dal detto Sigismondo per debito di carpisatura (corredo) di una sua figlia e acquisito dallo stesso Monastero al prezzo concordato di quindici ducati |
Questo piede di celso fu consegnato dal s.r Gisimundo S.Sosti al detto Monastero in parte di quello dovea consignarli per carpisatura e vitto di tre figlie poste in esso ei in conto di detti vitti anco l'assignò li censi notati di Giovanni Guarniero e Grandonio di Cristofaro di carlini dieci annui, detto celso sta in apprezzo per sei sacchi di pampano ma sono sette
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Item tenet et possidet quodam annuum censum ducator[um] quatuor solvendorum in quolibet Mense Augusti per Fabritiu[m] Valentonem super quodam domu intus Civ[ita]tem S.Marci loco dicto lo Critè iux[t]a domos Fabritij Gonzaghe ab uno latere, iux[t]a casalenum sororis Vitt[ori]æ de Jacovo ab alio latere ab eodem Fabritio censuato per car[ole]nos octo viam publicam et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di quattro ducati pagabili ogni mese di agosto per Fabrizio Valentoni su una casa nella Città di S.Marco nel luogo detto il Critè confinante con case di Fabrizio Gonzaga da un lato, con casalino di Suor Vittoria de Jacovo dall'altro, censuato dallo stesso Fabrizio per carlini otto, con via pubblica e altri. |
Questo censo di ducati 4 è stato fatto per li Procuratori del Monasterio con ducati 40 di capitale di proprij danari di detto Monasterio come appare al fo.69 del libro in forma probante del S.r Thesoriere Ricci per mano di notaio Giuseppe Domenico ferraro di Lattarico delli quali furno ducati 25 che l'affrancò detto S.r Thesoriere dal censo sopra la vigna di Valentone affissa per Pietro Zaccone e ducati 15 di danari di detto Monasterio
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Item tenet et possidet quodam annuum censum carolenor[um] decem solvendor[um] in Mense Augusti cuiuslibet anni per Cl:Franciscum Sanctu[m] Sostu[m] Filium Joannis batt[ist]æ S.Sosti super nonnullis sicomis sitis et positis in terr[itori]o Sancti Marci loco dicto sotto li Trivolisi, et proprie ubi dicitur sop[r]a S.Maria di Loco Santo iux[t]a siccomos Joannis Baptistæ Romani, iuxta siccomos Her[edum] q[uonda]m Sir Andreæ Sancti Sosti, iux[t]a sicomos Archip. a parte superiori et alios fines |
Ancora, è usufruttuario e proprietario di un censo annuo di carlini dieci pagabili in agosto di ogni anno per Francesco Santisosti figlio di Giovanni Battista S.Sosti su alcuni sicomori siti e posti in territorio di San Marco in località sotto li Trivolisi e propriamente nel luogo detto sopra Santa Maria di Loco Santo confinante con sicomori di Giovanni Battista Romano, con sicomori degli eredi del fu signor Andrea Santisosti, con sicomori dell'Arciprete nella parte superiore e altri |
Questo censo di carlini dieci annui è stato fatto dal Monastero di Vergini di S.Marco col capitale di ducati dieci di proprij danari di detto Monastero com'appare al libro fo. … (in bianco)
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(Nota - Segue l'elenco delle monache e dei beni da loro portati in dote al Monastero) |
Numero di tutte le monache di questo Monastero, della giornata
che entrorno e che fecero la professione
(1) La scelta del giorno di San Martino, 11 novembre,
per l'ordinazione delle monache non è casuale. La confraternita dell'Immacolata,
che fondò il monastero delle Clarisse e aveva la propria sede nella chiesa
di San Giovanni degli Amalfitani, risalente al XII secolo, era la prosecuzione dell'ordine
degli ospitalieri di San Giovanni o Gerosolimitani, che nel Santo vescovo di Tours
avevano una particolare devozione. In questa stessa platea si fa cenno a un possedimento
in località Pellara e ai ruderi di una chiesa dedicata a San Martino, oggi
scomparsi. La chiesa si trovava lungo l'antica strada consolare che portava a Valle
Crati.
Nota - Nelle pagine successive della Platea sono elencati i beni delle suddette monache portati in dote al Monastero e nell'ultima pagina c'è un'attestazione di visto datata 1 settembre 1808 a firma di Biagio Giannone funzionario governativo
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