storia, tradizione, monumenti, natura, attività, rubriche e curiosità di un paese |
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RECUPERI E RESTAURI EDILIZI |
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mappa monumenti scorci rubriche |
"SCUOLA DELL'INFANZIA GIÀ CASA RICHETTI"
Uno dei più recenti e importanti recuperi riguarda l'edificio di fine
Ottocento della famiglia Richetti, ceduto alle Suore del Sacro Cuore e
da queste trasformato in scuola dell'infanzia. L'intera struttura ha conservato
i volumi e le forme originarie, compresi alcuni particolari architettonici,
che richiamano l'epoca della prima edificazione. L'edificio, con ampio spazio
di ricreazione, si trova all'ingresso del paese, o meglio, all'originario
ingresso alla strada cosiddetta del ponte Sacchini, o militare, oggi via
Duca degli Abruzzi, nota un tempo come la strada dei "forgiari".
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Quartiere "La Torre"
Nell'area dell'antica torre normanna i coniugi Falbo-Raimondi hanno ristrutturato un vecchio casolare, impreziosendolo di un ampio porticato. Il rivestimento in pietra e mattoni, esteso per tutta la facciata, richiama i materiali presenti nella pavimentazione viaria e nelle strutture edilizie circostanti. Travatura e infissi rigorosamente in legno con accessori in bronzo, grate e cancellate in ferro sagomato, gronde e pluviali in rame, tinteggiatura a tono, danno all'insieme un aspetto eclettico e originale. |
B&B "Il Borgo"
Nell'antico Borgo dei Cavalieri Gerosolimitani è stato di recente realizzato
un affascinante recupero di un'antica dimora. Il merito è della signora Marisa
D'Elia che ha visto nell'edificio e nella sua suggestiva ubicazione l'occasione
per creare un Bed & Breakfast "old fashion".
Il mantenimento e la valorizzazione delle diverse stratificazioni murarie, assieme all'inserimento di materiali ed elementi d'arredo attuali, sia all'interno che all'esterno dell'edificio, danno un'immediata sensazione di calda ospitalità, tipica della tradizione sammarchese. |
PALAZZO BASILE
Uno dei migliori restauri di abitazione civile a San Marco Argentano è senz'altro quello della casa del dott. Giovanni Basile (foto a destra), su progetto della figlia, arch. Paola Basile, ai quali va il merito di aver ridato bellezza e prestigio ad uno dei quartieri storici del paese. Si tratta di un palazzetto di tre piani e mansarda costruito dalla famiglia Viggiano, commercianti di Torraca, nel 1896 nella centralissima piazza Umberto I, ai piedi della Torre Normanna. Il restauro non ha alterato i volumi originari del fabbricato e ha mantenuto nei particolari architettonici, nella coloritura e negli infissi in legno i caratteri della tipica dimora borghese di inizi Novecento. Rappresenta senz'altro un esempio di restauro che rispetta storia e tradizioni. Da alcuni anni la sensibilità per il recupero di case storiche è cresciuta grazie, anche, all'opera di sensibilizzazione di semplici cittadini e di cultori d'arte come lo scultore Eduardo Bruno, presidente del Centro Internazionale Studi sull'Arte Normanno-Sveva. Senza alcun dubbio San Marco Argentano offre agli investitori un cospicuo patrimonio architettonico da utilizzare con indubbi vantaggi economici, ma soprattutto la sua storia e la proverbiale ospitalità, fatta di discrezione e rispetto, accrescono il valore dell'investimento in una cittadina che è stata definita un'isola normanna in Calabria. |
VIA ROBERTO IL GUISCARDO
Nell'antico quartiere del "Casalicchio", lungo la via che porta il nome dell'astuto condottiero che legò il suo nome alla sovrastante Torre normanna, abbiamo un esemplare recupero di due unità abitative che, pur conservando le volumetrie originarie, sono state rese funzionali ad una dimora moderna e confortevole. Grande attenzione è stata posta ai particolari architettonici, al tessuto murario, ai coppi, alle inferriate, alla tinteggiatura, che rispettano la storicità dei luoghi e inseriscono con gusto l'insieme abitativo nel contesto ambientale. Il merito è di un estroso e sensibile commerciante del luogo, il signor Piero Gaudio, con antichi ascendenti calderai, che ama trascorrere il tempo libero in lunghe cavalcate attraverso antichi tratturi e attraverso ... i secoli nelle tradizionali rievocazioni storiche dell'epopea normanna. |
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VIA MIRABELLO ... "A PROPOSITO DI CENTRO STORICO ..."
«Non basta parlarne, è importante soprattutto che i cittadini che vi abitano non se ne vadano» afferma Pino Tricanico, consulente tributario che ha deciso di restaurare l'abitazione paterna alla via Mirabello, in pieno centro storico, per mettervi il proprio studio professionale. Sulla stessa strada i signori Scalise, Fasano e Carretta-Bertoldi hanno abbellito le facciate con l'inserimento di decori e elementi architettonici funzionali, mentre poco più avanti il geometra Ruggiero Falbo e la famiglia Fasano hanno restituito all'antico splendore il palazzo in cui abitano, casa Fazzari, situata in uno dei quartieri più suggestivi della città, con un intervento di recupero sobrio e discreto. |
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HOTEL DON CARLO
Se dovessimo assegnare un voto ai recuperi attuati nella città di San Marco
Argentano, senza dubbio questa struttura ricettiva, un quattro stelle raffinato
e discreto, con annesso centro estetico, merita la lode.
I proprietari, i signori De Benedittis, non solo hanno rispettato i particolari costruttivi e decorativi esistenti, ma soprattutto hanno voluto recuperare la storia di questo antico palazzo, ad iniziare dal nome ricorrente nella genealogia della famiglia Cristofaro che ne fu proprietaria, per finire alla chiave di volta del portale d'ingresso, oggi segno distintivo del raffinato complesso ricettivo. |
Claudio Veniace dinanzi la sua casa, una villa rustica del Settecento che conserva i tipici motivi decorativi: lesene a nappa, "romanelle", fregio con glifi e "gutte", finestrelle ad occhio di bue. Tre volte a botte sorreggono l' ampio terrazzo e immettono nei locali, ex stalle e depositi, adibiti a caffè-ristorante e negozi. |
Una delle prime ristrutturazioni edilizie fu quella di casa Curatolo, costruita
nell'Ottocento, che ha conservato volumi e caratteristiche architettoniche dell'edificio
originario che oggi è sede di un istituto di credito.
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L'ANTICA CHIESA DI SAN GIOVANNI DEGLI AMALFITANI DIVENTA MUSEO
Il 25 maggio 2006 è stato inaugurato il Museo Diocesano con l'apertura al pubblico della Sala Espositiva realizzata dalla diocesi di S. Marco Argentano Scalea (CS), nella chiesa di S. Giovanni Battista in piazza Vincenzo Selvaggi (il progetto dell'allestimento museografico e la direzione dei lavori sono stati curati dagli architetti Ernesta De Simone, Giuseppe Rizzo e Giovanni Terranova), dove, per solennizzare l'evento è stata allestita, con la collaborazione della Soprintendenza per il PSAE di Cosenza, la preziosa Mostra d'Arte Sacra: "Il Vivente" - tesori della liturgia e della devozione dall'XI al XX secolo - con opere provenienti dalla chiesa Cattedrale, dall'Episcopio e da diverse parrocchie della diocesi. |
LA VIA DELLE FORGE
La via Duca degli Abruzzi, sulla quale si apre il prospetto di questa casa recente-mente
restaurata, era la principale strada di accesso al paese. Fu costruita nell'Otto-cento
come strada militare, prendendo il nome di Strada Nuova o del ponte Sacchini, e
in breve divenne l'arteria della "new economy" del tempo con numerose
officine e botteghe di ferrai, maniscalchi, lattonieri, falegnami, carradori, barilari,
e le immancabili cantine. I locali, di maggior ampiezza rispetto ad altri del centro
storico, hanno mutato destinazione e sono ancora un ottimo investimento commerciale.
Nella foto piccola il signor Franco Bramato "artefice" della ristrutturazione. |
LA TORRACCIA
Nell'immediata periferia del paese, in contrada Bonavita, sorge un casale rustico restaurato con materiali originari. Il proprietario, l'ingegnere Walter Gaudio, vi ha realizzato la propria dimora "professionale", senza dimenticare un alloggio per gli inseparabili amici a quattro zampe, due cani e due cavalli. |
Casa Guarasci e Fontana Bifronte
Sulla via Vittorio Emanuele la casa Fausto-Guarasci, di fine Ottocento, si caratterizza per il mantenimento di forme e volumi originari. Preceduta da un ampio patio, è periodicamente "rinfrescata" con un bianco mediterraneo, che ricorda l'antica tinteggiatura a calce e valorizza le fioriture stagionali. Al termine della strada si affaccia una fontana monumentale di recentissima costruzione denominata inspiegabilmente "Bifronte". In quel luogo sorgeva l'antica fontana di San Francesco, restaurata dall'amministrazione dell'immediato dopoguerra, e comunemente chiamata della Sveglia o dei comunisti. |
VIA CESARE BARRICELLI
A monte del rione Santa Maria Guido Scarpelli, con un sapiente restauro, ha "aperto" un suggestivo angolo di quartiere senza "profanare" la parte più antica della città. I materiali impiegati, pietra, legno e cotto, e il rampicante spiccano sulle pareti semplicemente tinteggiate di bianco. |
ARCO DI VIA BARRICELLI
Alcuni edifici del centro storico presentano ancora un cortile di accesso preceduto
da un arco d'ingresso a tutto sesto.
Questo di via Barricelli conserva forme e materiali originari e immette in un'area condominiale aperta. Il signor Marco Lucchini, di Roma, se ne è innamorato al punto di farlo diventare un passaggio augurale alla sua dimora recentemente restaurata. |
"Casa Ritacco"
Il signor Adriano Ritacco ha realizzato un bell'esempio di recupero abitativo nel
centro storico, nell'antico quartiere di Santa Maria.
Il sapiente accostamento di colori e di linee decorative, ottenute mediante l'inserimento di aggetti architettonici sagomati, rendono l'edificio gradevole e ben inserito nel contesto urbano. Purtroppo, come si può vedere dalle immagini, a guastare l'opera i soliti cavi elettrici che deturpano vicoli e facciate. |
Quartiere "La Motta"
Sull'antico presidio normanno, sovrastante la vallata del Follone, i signori Soldani-Leone, Zangari-Mollo, Li Serra-Sirianni, hanno recuperato alcune vecchie abitazioni, sottraendo la zona ad un sicuro degrado. Il ripristino del selciato pubblico contribuirà alla piena fruibilità dell'area. |
Casa De Rosa
La "vecchia caserma" o "Le aquile". Nell'antico quartiere "Sant'Antuonu" Ada De Rosa e i figli Ruggiero e Ofelia hanno dato "nuovo smalto" alla casa di famiglia, già sede della Caserma dei Carabinieri fino agli anni Sessanta, con tinteggiatura e ripristino degli elementi architettonici originari. Il quartiere prende il nome dalla chiesa di Sant'Antonio Abate |