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Sutt'a lingua : Curiosità e approfondimenti.
PORCELLANEE. Quando abbiamo ospiti di riguardo di solito usiamo il servizio di porcellana più fine che abbiamo -o l'unico che abbiamo- per servire le pietanze. Ora, immaginate di servire una appetitosa porchetta -femmina- ben rosolata, in posizione supina, cioè a pancia in su, con la sua natura, la vagina, rivolta in bella vista verso il vostro ospite, affinché comprenda da subito che siete persone di grande spessore culturale! Dirò subito, per evitare che il tutto si raffreddi assieme alla vostra attenzione, che la fine porcellana e la dorata porcella sono da un punto di vista etimologico una coppia perfetta. La porcellana, infatti, deve il suo nome proprio alla porcella! ma immagino che questo già lo sapevate. A questo punto vi starete scervellando per ricordare dove avete letto quel dannato etimo greco, latino o francese che collegava la porcella al suo prezioso contenitore. Se lo doveste trovare, fatemelo sapere, perché anch'io stento a ricordare come si chiami la madre della porcella e della porcellana, avendo sempre e solo a mente il nome della madre della porcella e della porcellina. Pare e ripeto pare, che a far da ruffiana alla porcella ci sia stata addirittura una conchiglia!! Non ci crederete, ma pare, ripeto pare, che anche Venere c'entri in tutta questa storia, visto che la sua nascita avvenne dal mare, trasportata da una conchiglia. Immagino che mi chiederete: - E che funzioni avrebbe questa benedetta conchiglia in tutto questo discorso sulle affinità ... elettive della porcella e della porcellana? - Essere una vulva. Sì, proprio così. Simile in tutto e per tutto all'organo che il pittore Gustave Courbet rappresentò e definì l'origine del mondo. Ci fu qualcuno, ma non saprei dire chi, pare che fosse un portoghese, vide nella forma della conchiglia nientemeno che la natura procreatrice della femmina del maiale, notando una certa somiglianza tra l'apparato genitale della maialina, la sua vulva per essere chiari, con quella fessura rosea e madreperlacea della valva! La conchiglia, pertanto, o meglio quel tipo di conchiglia che aveva suggerito tale accostamento prese il nome di porcella. Per essere esatti si trattava di un mollusco gasteropodo marino della specie Cypraea. Ora, non vi dico quale genere di collegamenti potreste trovare tra Venere, la conchiglia su cui approdò sulla spiaggia di Cipro e sui riti che si celebravano in quei luoghi in onore di Afrodite, perchè vi distrarrei dall'argomento trattato, ma vi invito a completare in seguito questo tour linguistico sulle porcelle e suoi derivati. Mi sia consentito solo un tocco di orgoglio italico: mi pare strano che l'osservazione puntuale sulla natura della conchiglia e su quella della suinella sia stata fatta da un portoghese. Porcella e porcellana sono voci italianissime. Bene, dopo questo passaggio che vide una scrofa simbolicamente accostata ad una gastropada, vi fu l'opera dell'uomo a completare la metamorfosi della seconda in un prezioso materiale. Nacque così la porcellana, cioè una particolare ceramica, translucida e quasi trasparente come la valva marina rinominata porcella. Bene questa è la storia del nostro prezioso piatto di porcellana, quel piatto a cui affidiamo il nostro piccolo o grande vanto di perfetti anfitrioni nelle occasioni più importanti. Ah, perdonatemi! Avevo dimenticato il contorno alla porchetta. Per rendere il piatto linguisticamente compiuto è doveroso ricordare che un ottimo contorno adatto al caso potrebbe essere la portulaca, dalle foglie carnose. Anch'essa -ma tu guarda il caso- è chiamata porcellana, o porchiacca, soprattutto al sud, dove il termine è usato anche per indicare quella natura, in cui ci siamo ampiamente dilungati. San Marco Argentano, 14 luglio 2022 Paolo Chiaselotti |
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