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Sutt'a lingua : Curiosità e approfondimenti.
LA DONNA NEL GIOCO DELLE CARTE NAPOLETANE .... ... È UN UOMO! O per essere più precisi il giovane che compare nelle carte napoletane è chiamato donna. Nessuno ci ha fatto mai caso, ma le quattro figure delle carte napoletane chiamate da tutti e da sempre "donna" sono in realtà quattro maschi, ovvero quattro paggi abbigliati alla moda spagnola. Andrebbero chiamati fanti, ma se lo dite a qualcuno vi manda a quel paese, arciconvinto che quella figura sia proprio una donna. Probabilmente le due figure che hanno tratto in inganno i primi giocatori sono state la donna di spade con i capelli lunghi e la donna di bastoni con il posteriore sodo e rotondo. Ci sarebbe molto da riflettere sul fatto che all'epoca dell'uscita delle carte nessuno si sia posto il problema di donne vestite alla maniera maschile, cioè con i calzoni allacciati sotto al ginocchio, un capo che nessuna donna avrebbe mai indossato a vista, dato che era un indumento intimo dell'abbigliamento femminile. Ad accrescere l'equivoco contribuì il fatto che nel gioco delle carte esistente in altri Paesi come Spagna, Francia, Inghilterra, c'era sempre la donna o la regina assieme al re e ad un giovane raffigurante un valletto, chiamato nelle predette nazioni jota, valet, jack e in Italia fante. Nessuno,però, pensò di accostare quel paggio dall'aspetto femmineo ad un valletto o, visto che c'era un cavaliere, ad un fante e così le carte napoletane si distinsero dalle altre per avere dopo il re, il cavaliere e la donna. Che cosa ci stesse a fare una donna senza alcun titolo nè funzione fu anch'esso un interrogativo che nessuno si pose, né allora e neppure in seguito, per cui l'ordine delle figure in base al loro valore crescente, ovunque fante, cavallo e re, nel sud iniziò dalla donna con il valore più basso. Che la donna occupasse una posizione inferiore al cavallo fu considerato un fatto normale, per cui il gioco continuò e continua tuttora con un'intrusa in un mondo tutto maschile. Da un altro punto di vista bisogna ammettere che la donna, anche se a causa di un equivoco, ha finito per sostituirsi al servente del cavaliere. Viene da riflettere pensando che ciò sia avvenuto al sud e non come sarebbe stato più ovvio nel nord dell'Italia, dove le figure si sono mantenute tutte maschili, tranne nella toscana dove, per influsso francese, una donna nelle vesti di regina ha continuato a mantenere intatto il suo potere. Non vi nascondo che essendo nato al nord la questione mi ha incuriosito fin dal mio primo arrivo a San Marco Argentano. Ora non ci faccio più caso, perché anch'io considero quella figura una donna, né mi sognerei mai di chiamarla fante ... Alcuni giorni fa, tuttavia, ero affacciato dal balcone di casa e al tavolino del bar sottostante alcuni giovani giocatori, riferendosi al re, usavano l'articolo femminile: Mindaci 'a re, diceva l'uno all'altro. Incuriosito sono andato a vedere se qualcuno dei quattro sovrani fosse girato di spalle, giusto per capire se l'equivoco del fante di bastoni si fosse ripetuto anche ai piani alti. Niente, tutti i re erano in posizione frontale e tutti barbuti. Mi sto ancora chiedendo il motivo di questo secondo cambio di genere, ma non riesco a darmi una risposta. Tuttavia, se avvenisse una trasformazione anche delle altre due figure, non sarebbe un male: immagino, infatti, che in un'autonomia differenziata ognuno cerchi di dare il meglio di sé. Sono fiducioso che anche il re possa trasformarsi in regina. Per il cavallo una mezza idea ce l'avrei ... Immaginate, poi, se riuscissimo a creare per primi le carte sammarchesi, tutte al femminile: donna, cavalla e regina! e a lanciare tornei regionali femminili di briscola. È già accaduto alcuni anni fa che una donna, nel giorno più importante della sua vita, abbia fatto irruzione ad un tavolo da gioco ... Non ci credete? Cliccate qui. San Marco Argentano, 18 luglio 2024 Paolo Chiaselotti Nell'immagine in alto le quattro figure di donna nel gioco delle carte napoletane |
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