|
Sutt'a lingua : Curiosità e approfondimenti.
SAPERE DI NON SAPERE ... Dicono bene i calabresi nel loro idiotismo o dicono bene i cultori della lingua italiana quando sanno bene se dicono o non sanno bene se dicono? Quello che all'apparenza potrebbe sembrare uno scioglilingua è un intrigante mistero linguistico che denota come ciascuno in presenza di un dubbio afferma di esserne o di non esserne consapevole. Il "sacciu si dicu ..." calabrese grammaticalmente equivale al "non so se dico ..." italiano, ma le due espressioni si contrappongono nel senso che con la prima si afferma di sapere e con la seconda di non sapere. Paradossalmente dovremmo concludere che un'affermazione in dialetto equivale ad una negazione in italiano! Poiché però, tale regola sarebbe fonte di insanabili incomprensioni, fortunatamente, non c'è nessuno che l'abbia formulata e io stesso che ho sollevato la questione mi sono immediatamente chiesto: "sacciu si dicu na minchiata?", che 'tradotto' alla lettera in italiano verrebbe "so se dico una minchiata?", mentre il suo significato è "non so se dico una minchiata". Proprio di fronte a questo timore mi accorgo che il mio sapere non è affatto affermativo ma è dubitativo, cioè "mi chiedo se", ma tuttavia resta la differenza con chi, per esprimere il mio stesso dubbio, nega a priori di sapere. Si tratta veramente di un'insanabile differenza o solo di un apparente contrasto? Prima di addentrarmi in alcuni esempi debbo far notare che nel nostro dialetto "sacciu si dicu" è un'espressione con significato definito, che non necessita di alcun'altra aggiunta, ma sancisce quanto è stato affermato in precedenza. In italiano un "so se dico" suonerebbe come una sorta di "cogito ergo sum" e verrebbe interpretato come la saccenteria di chi afferma di sapere per il semplice fatto di poter dire. Potrebbe fare al caso mio, visto che mi improvviso scopritore di curiosità linguistiche, ma poiché conosco bene l'uso e il significato intrinseco di sacciu si dicu potrei tranquillamente utilizzare questa simpatica e insolita affermazione senza apparire affatto saccente, ma anzi consapevole della mia profonda ignoranza. Come ho detto in un'altra occasione, resto ogni volta piacevolmente stupito di fronte ad espressioni simili a quella appena detta e per fare partecipi coloro che non hanno dimestichezza con il nostro dialetto propongo due esempi con l'equivalente 'traduzione' in italiano.
Ritornando all'equivalenza tra "sapere se" e "non sapere se", vediamo quali sono le differenze grammaticali attraverso i seguenti esempi.
"So se mi sono spiegato bene?" è la domanda che rivolgo a me stesso per essere certo di quanto ho detto. "Non so se mi sono spiegato bene" è la consapevolezza che potrei non essermi spiegato bene. Questi due modi espressivi non sono equivalenti da un punto di vista grammaticale, ma li consideriamo equivalenti da un punto di vista sintattico. C'è anche un altro aspetto che sarei curioso di scoprire: nonostante l'equivalenza sintattica (ammesso che vi sia), qual è il sostrato socio-linguistico che sta alla base delle due espressioni? Cercare in noi stessi il modo con cui sciogliere il dubbio e ammettere di non avere gli strumenti per scegliere sono due modi diversi di concepire la conoscenza. Nel primo caso sembra che la risposta vada cercata dentro di noi, quindi nella nostra esperienza, nel secondo caso essa è esterna a noi. Se il mio ragionamento è corretto, "sacciu si aia ji a destra o a sinistra?" trova la sua corretta trasposizione linguistica in sono io consapevole se devo andare a destra o a sinistra?", che potrebbe sembrare la coscienziosa domanda che si pone chi si accinge a mettersi alla guida dopo un paio di canne! Immaginiamo di dover spiegare a chi non conosce il dialetto che cosa abbia detto esattamente la persona che sta guidando un automobile: "Il conducente si sta interrogando se sa dove andare". Di fronte ad una simile spiegazione chi ascolta è indotto a pensare che la sua permanenza sull'auto potrebbe durare all'infinito visto che si trova su una vettura guidata da un filosofo! Viceversa, se spiegassimo a chi ci ascolta che il guidatore non sa se andare a destra o a sinistra l'opinione del passeggero sarebbe che alla guida c'è una persona poco esperta. Ho lasciato alla fine di questa analisi il nocciolo dell'argomento che è quel "sacciu", che significa, io so, dal quale -sembrerà strano- deriva la parola saccente (ma "sacciu" si accosta anche a saggio). Sacciu è la risposta che darà chi non sa rispondere ad una vostra domanda. Che, ci crediate o no, equivale a "so di non sapere". San Marco Argentano, 18 dicembre 2024 Paolo Chiaselotti |
|