Cliccai destro cercando di verificare rapidamente nelle proprietà della e-mail
se il testo originale contenesse un "tag" <
marquee>. Non
ne trovai traccia. Non esisteva neppure alcun <
object>, né segni
di <
script>.
Il testo scorreva e scompariva sotto i miei occhi:
"parece sorrir ..."
Assurdo!
Qualcuno mi comunicava che nel cimitero della Fratellanza Cristiana il corpo di
un tal Antonio morto nel 1890 pareva sorridere!
La Fratellanza Cristiana ... Avevo letto da qualche parte che i suoi seguaci usavano
esporre i cadaveri, in piedi, alla vista e al contatto dei vivi, per favorire la
loro resurrezione quando Cristo sarebbe tornato sulla terra.
Improvvisamente dopo la scomparsa del testo, sullo schermo cominciò ad apparire
la parte superiore di una fotografia che lentamente si apriva alla mia vista in
fasce verticali successive. A metà dell'immagine, ingiallita come un vecchio
dagherrotipo, scorsi due ali, il volto di un angelo e un teschio.
Quando il rettangolo fu completo vidi che la fotografia conteneva la figura, a mezz'aria,
di un angelo che aveva afferrato sotto le ascelle, sollevandolo dalla scrivania
dietro la quale era seduto, un uomo il cui volto era devastato e prossimo a diventare
un teschio. Alle spalle un'ampia libreria zeppa di volumi, una pendola che segnava
le sette. In basso la scritta :
"Foto Santoro - Fuscaldo - Formato Gabinetto"
Ingrandii l'immagine alla ricerca di possibili tracce di incollaggi di figure. Niente,
le luci avevano un'unica sorgente e le ombre erano gradualmente distribuite sui
corpi, sui mobili, sugli oggetti.
Contollai i
pixels per verificare se vi fossero blocchi uguali e ripetuti,
segno inconfondibile di sovrapposizioni. Niente di tutto questo. La foto era assolutamente
originale!
Dopo alcuni secondi iniziò a comparire una seconda immagine che riportava
il retro della foto. C'era scritto:
"Fuscaldo, 4 dicembre 1882"
e poco più sotto
"La resurrezione di Comincio"
Nel testo del messaggio, a cui erano state allegate le due scansioni digitali, il
mittente, in portoghese, mi chiedeva di spiegargli che cosa significasse una frase
un po' sbiadita scritta sul retro della foto in caratteri gotici:
Mors tua vita mea
Senza eseguire le solite procedure spensi di colpo il PC e mi allontanai da esso.
Non avevo alcuna curiosità di sapere chi fosse l'autore del macabro scherzo.
Appena lo schermo si oscurò comparve il riflesso del mio viso. Non ero solo,
piccolo e lontano distinguevo il ghigno di un uomo, quasi che la notizia appena
giuntami avesse lasciato un'immagine indelebile sul PC.