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IL MISTERO DELLE DUE FAMIGLIE
Il signor R. che vive a San Paolo, appassionato di ricerche genealogiche, fu incaricato
da un amico di origine italiana di effettuare una ricerca sul suo cognome. Il padre
gli aveva sempre detto che i suoi antenati avevano lasciato Fuscaldo negli anni
intorno al 1876, per sfuggire ad alcune persecuzioni da parte di un proprietario
del luogo, ma, forse dimenticando questa versione, in un secondo momento gli aveva
detto che il suo antenato era dovuto fuggire di notte per aver commesso un delitto
che gli era stato ordinato. La conclusione fu che per quante ricerche il signor
R. avesse fatto non era riuscito a risalire all'origine di questa famiglia, quasi
che essa fosse nata dal nulla nella seconda metà del secolo.
Visitando il mio sito, e sfogliando le pagine contenenti altri alberi genealogici,
si era imbattuto casualmente in un ceppo che presentava con il primo delle stranissime
analogie. Molti nomi coincidevano con quelli dell'altra famiglia, solo che le date
di nascita presentavano una differenza di alcuni decenni, quasi che i due alberi
fossero stati messi in trasparenza e poi sfalsati di alcuni centimetri lungo l'asse
verticale.
Il signor R. mi spiegò che secondo lui all'origine del fatto doveva esserci
una sostituzione di nomi e cognomi da parte dei membri della prima famiglia che
avevano assunto le nuove identità ricavandole dalla seconda. Mi pregò
di verificare questa sua ipotesi e in effetti mi accorsi che alcuni nomi, peraltro
non comuni, erano presenti in entrambi gli alberi. Pensai ad una casualità.
Alcuni giorni dopo il signor R. si rifece vivo con un messaggio in cui non nascondeva
una sua preoccupazione e che cioè la sostituzione di identità, fosse
dovuta, non per sfuggire alle minacce di morte di una organizzazione criminale,
come gli era stato riferito, bensì ...
I membri della prima famiglia, dodici persone, erano tutti scomparsi. Di loro non
fu trovato nessun atto o annotazione di morte. Della seconda famiglia, sette persone,
esistevano solo gli atti di matrimonio. I loro nomi erano gli stessi di sette membri
della prima famiglia: Filiberto, Ernes, Nicola, Comincio(!), Michele, Filippo, Leonilda,
alcuni un po' troppo particolari per far pensare ad una coincidenza. E soprattutto
dove erano finiti gli omonimi della prima famiglia?
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Dico la verità che il semplice fatto di essere venuto a conoscenza di questo
segreto cominciò a turbarmi, ma poi pensai che in fondo erano fatti che non
mi riguardavano e, oltre tutto, si svolgevano a migliaia di chilometri dal luogo
dove vivevo.
Questo fu lo sbaglio, perché pur essendo un utente della rete, non avevo
messo in conto che, in fatto di distanza, i collegamenti internet permettevano di
raggiungermi in qualsiasi momento e in tempi brevissimi.
Anzi sapevo perfettamente che tutto ciò che ritenevo di custodire gelosamente
poteva essere in mani altrui. Tutto tranne ciò che avevo ancora in testa
e non avevo inserito nel computer.
Non avevo mai pensato di collegare tra loro fatti di cui ero venuto a conoscenza
nel mio girovagare per gli archivi, o almeno non quelli che potevano essere all'origine
di questo cambiamento di identità.
Avevo comunicato al signor R., nella sua lingua, il portoghese che avevo cominciato
ad apprezzare e a scrivere stentatamente, che avevo una grande facilità nel
confrontare dati diversi perché li avevo inseriti tutti in un database. Per
fare un esempio: potevo sapere immediatamente in quali deliberazioni del decurionato
o del consiglio compariva questo o quel terreno, in quali giorni erano state effettuate
riparazioni su edifici pubblici, e ancora quante persone di nome Antonio erano nate
in un dato anno e via dicendo.
La cosa parve eccezionale al signor R. che mi pregò di "ciattare"
con lui per avere subito alcune informazioni a cui teneva moltissimo. Lo feci malvolentieri,
sapendo che un lungo collegamento in linea poteva essere l'occasione per inserirsi
nel computer e scaricare i dati che vi tenevo custoditi.
Dopo quest'ultima richiesta non ricevetti più alcuna e-mail dalla persona
che io chiamavo "Querido amico". Dopo circa una settimana, decisi
di scrivergli una e-mail. La posta mi tornò indietro.
Vi chiederete a questo punto quale rischio io stia correndo, visto che oramai il
signor R. è in possesso di tutto ciò che poteva servirgli per verificare
la sua teoria. E proprio qui sta la mia preoccupazione maggiore, cioè quella
di essere l'unico a conoscere i motivi che sono alla base di una catena di delitti,
e quindi di scoprire quali famiglie vi furono coinvolte.
Non si tratta di persone qualunque, alcune di queste famiglie sono cognomi importanti
nella finanza mondiale e credo che nessuna di loro vorrebbe che si sapesse in giro
che un loro antenato era un assassino o una "faccia tagliata".
O peggio, come temo, che "a vingança", la vendetta dei discendenti
delle famiglie legate a quei delitti e la loro eliminazione, continui ancora.
Per ordine di chi? Di qualcuno appartenente alle famiglie citate?
Dimenticavo. Giorni addietro ho ricevuto una e-mail da una signora, la quale mi
comunicava rattristata di aver avuto modo di leggere la corrispondenza tra me e
il defunto marito, il signor R.
Le chiesi di farmi sapere di che cosa era morto. Mi aspettavo il peggio, ma mi scrisse
che era finito sotto le ruote di un autotreno. Per un attimo provai un senso di
sollievo, ma subito dopo il messaggio continuava con una maledizione.
Contro chi aveva oltraggiato il cadavere nell'obitorio aprendogli una guancia.
Forse l'avete dimenticato, in altra parte del mio racconto vi avevo detto che il
messaggio "Prezado senhor Paolo, quere saber um segredo que descobri pelo seu
site?" mi era giunto da una persona che non esiste. Avevo solo dimenticato
di aggiungere "più" e forse la cosa sarebbe apparsa subito
chiara.
In ogni caso non è fuori luogo riflettere sui tempi: passato e presente sono
connessi. La persona che mi aveva scritto era morta, quindi non esisteva, ma non
diamo tutto per scontato ora che abbiamo compreso questo elementare principio, perché,
viceversa, anche chi è morto potrebbe essere tra noi ...
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