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S. Maria dei Longobardi
detta dell'Ilici di Suor Clarice Selvaggi |
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Nel rio di Venere Del Longobardo Fiero e gagliardo Bevve il destrier. 2 Qui dei lor bardici Canti gli spechi Ripeter gli echi S'udirô un dì. 3 E qui del fervido Lor culto un giorno Piccolo e adorno Tempio s'alzò. 4 Fatto alla vergine Tra spine e cardi De' Longobardi Pria si nomò. 5 Poscia ne' secoli Tutto svanio Coprì l'oblio Quel nome ancor. 6 Ma la memoria Di quel tempietto D'e' miei nel petto Sacra restò. 7 La pia, la nobile Famiglia Fera¹ Nel luogo, ov'era, Lo rialzò. 8 E poiché triboli V'erano e felci Maria dell'elci La intitolò. 9 Sopra recondita Valle profonda Corsa dall'onda Del Fullon sta. |
10 Tutti alla vergine Corron devoti: Le appendon voti L'offrono fior. 11 Nel dì festivo, Sacro al suo nome Ornan le chiome Le donne e il sen. 12 E nello spiano Quanto un'aiuola, Fan fericciuola Rose e bambin. 13 Ecco l'origine Di quel tempietto, Oh! Benedetto, Chi lo formò. 14 Quanti prodigi, Quanti portenti Vider le genti Io non dirò. 15 Allorché scesero Greci e Normanni, Cagion d'affanni E di terror. 16 Ma corse il popolo, Pregò Maria, E quella ria Orda fuggì. 17 Cinsero i Calabri L'acciar per Cristo, Pel gran conquisto D'Asia partîr. 18
Quivi rifulse D'un Pier Selvaggio² Di gloria un raggio Che onor ci diè. |
1) Famiglia nobile cosentina. 2) Pietro Selvaggi,poeta trovatore,detto l'Eremita, fu al seguito di papa Urbano II quando questi venne in S.Marco, ospite nell'abbazia della Matina, nel 1096. È menzionato nella storia delle Crociate e lodato nel poema di Tommaso Grossi "I Lombardi alla prima Crociata" C. II,St.29-pag.36-Milano ed. V.zo Ferrario 1826. |